È una delle città più visitate ed affascinanti del mondo e ad essere sinceri è anche una città che non ti stanchi mai di visitare anche se ci sei stato tantissime volte. Proviamo a passare un long weekend nella capitale d’Italia all’insegna del Grand Tour, cioè un viaggio che sia si di piacere ma anche di formazione così come lo era per i nobili ed i ricchi borghesi che un tempo non desideravano altro che visitare l’Italia e Roma. Il punto di partenza del nostro viaggio è la Real Academia de España en Roma sul colle Gianicolo (Piazza San Pietro in Montorio, 3 entrata gratuita), proprio sopra Trastevere, uno dei luoghi più panoramici della città. L’Accademia di Spagna ospita ogni anno un gruppo di operatori culturali (artisti, ricercatori, musicisti, stilisti, registi…) che hanno presentato una domanda di partecipazione in risposta ad uno specifico bando, permettendo loro di realizzare il loro progetto durante la loro residenza.

Creata alla fine dell’Ottocento (nel 2023 ha celebrato i suoi primi 150 anni) ospita al suo interno il famoso Tempietto di Bramante (forse ve lo ricordate in una delle scene iniziali del film La Grande Bellezza diretto da Paolo Sorrentino) realizzato dal famoso architetto rinascimentale su commissione dei Re di Spagna come scioglimento di un voto. Il Tempietto, una sorta di cappella celebrativa di San Pietro, sorge nel luogo dove secondo la tradizione medievale (oggi ritenuta errata) fu crocifisso a testa in giù il Santo. In questo luogo così suggestivo per la cristianità lo scorso Ottobre il più importante artista vivente, Michelangelo Pistoletto, ha installato nella cripta, nel punto preciso nel quale secondo la tradizione fu posta la croce di San Pietro, l’opera Pozzo Specchio che è possibile osservare sporgendosi dalla grata del pavimento del Tempietto. In questo modo è possibile vedere sé stessi riflessi in uno dei punti più drammatici e sacri della cristianità al fine di non sentirci semplici spettatori ma parte attiva del processo di vita, morte e rinascita.

A completamento di questa installazione ha da poco inaugurato una mostra (Michelangelo Pistoletto all’Accademia di Spagna) che potrà essere visitata fino al 10 marzo 2024 (anche questa ad entrata gratuita) e che comprende la Venere degli stracci, un’opera iconica dell’arte contemporanea dove una Venere che rappresenta l’arte rigenera una montagna di stracci elevandoli così ad opera d’arte, e il Tavolo del Mediterraneo, un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, circondato da sedie provenienti ciascuna da uno dei paesi che si affacciano su questo mare per dimostrare come l’arte possa essere risolutiva delle differenze sociali.

Al termine della visita, è possibile scendere a Trastevere muovendosi a piedi e qui è possibile fermarsi per una pausa golosa presso una delle migliori pasticcerie di Roma con specialità francesi (Le Levain, Via Luigi Santini, 22). In alternativa facendo qualche passo in più dopo aver attraversato Ponte Garibaldi (dal quale si gode un’ottima vista su Ponte Sisto e sull’Isola Tiberina) è possibile raggiungere il Ghetto ebraico dove con un po’ di pazienza (per via delle lunghe file) è possibile mangiare le torte e le crostate ebraiche più buone di tutta la capitale (Pasticceria Boccione, Via del Portico d’Ottavia, 1).

Dal Ghetto ebraico spostiamoci a Piazza Navona, sicuramente una delle più monumentali piazze di Roma che con la sua forma ricorda un antico stadio. A pochi passi da qui, presso il Chiostro del Bramante (Arco della Pace, 5) è possibile visitare la mostra EMOTION. L’arte contemporanea racconta le emozioni a cura di Danilo Eccher (fino al 1° aprile, ingresso 15 euro dal lun. al ven. e 18 euro il fine settimana). Qui più di venti artisti regalano al pubblico un viaggio ricco di emozioni: gioia, sorpresa, paura, angoscia, confusione, felicità, eccitazione, tranquillità… Indimenticabili sono i colori creati dai prismi scomponibili dell’artista coreana Kimsooja così come i microcosmi di Tony Oursler o le nature morte di Matt Collishaw o ancora le architetture di cartone di Eva Jospin.

Qui come suggerisce il curatore Eccher non bisogna solo guardare ma immergersi in un mondo che sa come meravigliarci. Alla fine della giornata densa di mille emozioni, se come me siete accompagnati da un cagnolino fedele, vi consiglio una cena da Fiuto (Via Flamia, 498) dove è possibile ordinare la cena anche per i vostri amici scodinzolanti che hanno a disposizione un menu creato per loro da un veterinario esperto. Per la notte il mio consiglio è di fermarvi all’Hotel de la Ville (Via Sistina, 69) in cima alla scalinata di Trinità dei Monti.

Un hotel ispirato proprio al Grand Tour ma con una raffinata estetica contemporanea: il design e l’arredamento rievocano gli oggetti e le opere d’arte che i viaggiatori del Grand Tour avrebbero collezionato durante il loro viaggio in alternativa una soluzione di alloggio più economica ed alla portata di tutti può essere Frattina FF Italian Suites (Via Frattina 138) sempre a pochi passi da Piazza di Spagna, cuore della città. Il secondo giorno inizierei la giornata visitando Gagosian Gallery (Via Francesco Crispi, 16, entrata gratuita) a pochi passi da Spagna dove è possibile visitare la mostra di Cy Gavin con dipinti ispirati alla natura tra i quali il monumentale Untitled (Wall of the Tiber) che ritrae uno dei caratteristici muraglioni in pietra che costeggiano il Tevere.

Da qui mi sposterei alla vicina Fondazione Memmo (Via della Fontanella Borghese, 56/b, ingresso libero) dove fino al 21 aprile è in corso la mostra La Biblioteca del mondo a cura di Marcello Smarrelli con opere di Yael Bartana, Nicolò Degiorgis, Bruna Esposito, Claire Fontaine, Paolo Icaro, Kapwani Kiwanga, Marcello Maloberti, Francis Offman e Ekaterina Panikanova. Un’altra chicca da non perdere è la mostra Helmut Newton. Legacy al Museo dell’Ara Pacis (Via di Ripetta, 180, ingresso 13 euro) una mostra dedicata ad uno dei fotografi più amati di tutti i tempi attraverso 200 scatti (80 dei quali esposti per la prima volta in questa rassegna). Infine l’ultima tappa della mattinata è la mostra Melodia di Julio Le Parc presso Galleria Continua (The St. Regis Rome, fino al 10 marzo, ingresso gratuito).

Si tratta di uno dei più importanti artisti dell’arte cinetica ma anche Op Art e Arte Concettuale. Caratteristica della pratica di Le Parc sono queste grandi opere colorate, spesso installazioni site-specific che avvolgono il visitatore accogliendolo all’interno dell’opera. Per una piacevole sosta, proprio di fronte all’Hotel St. Regis, c’è un bar pasticceria siciliano dove è possibile mangiare golose specialità (Dagnino, Via Vittorio Emanuele Orlando, 75). Per il pomeriggio consiglierei di perdervi nelle tante mostre che normalmente il MAXXI (Via Guido Reni, 4a, ingresso a pagamento) organizza. Scegliete quella o quelle che più vi interessano e perdetevi nelle architetture di Zaha Hadid.

L’ultimo giorno lo dedicherei ad una gita fuori porta spostandoci nella zona dei Castelli Romani e precisamente a Velletri è possibile visitare nel suggestivo contesto dell’ex Carcere Pontificio di Velletri il progetto Io sono vulnerabile, dunque vivo. Arte è amare la realtà creato da un gruppo di artisti e professionisti delle arti visive, del cinema, della musica e della danza e coordinato da Sergio Illuminato per affrontare il tema della vulnerabilità umana (ingresso gratuito su appuntamento). Il progetto decontestualizza l’arte dai luoghi consueti come lo spazio di un museo o una galleria.

C’è quindi un forte contrasto tra lo spazio che con le sbarre e le pietre logore testimonia un passato di confinamento ed isolamento e le installazioni artistiche che invece testimoniano la libertà contemporanea che prende atto della vulnerabilità umana cioè della possibilità da parte di tutti noi di sbagliare, di cadere ma anche la forza di rialzarsi e di guardare il mondo da un’angolazione diversa. Per il pranzo potete fermarvi in una delle ottime trattorie di Velletri (io mi sono fermato alla Vecchia Taverna, Via S. Girolamo Miani, 6 ed ho mangiato un ragù bianco ottimo) oppure ritornando verso Roma potete fare sosta lungo la strada che costeggia il lago in uno dei tanti chioschi che preparano panini con la porchetta ed offrono una spettacolare vista sul lago.

Infine se come me per ritornare a casa viaggiate in treno, ed avete ancora voglia di arte contemporanea vi consiglio la mostra virtuale Pàthos. Valori, passioni, virtù promossa dalla Commissione per i beni e le Attività Culturali di Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa e realizzata nell’ambito di R’Accolte, il più grande catalogo multimediale in Italia.