Originario delle coste atlantiche americane, con habitat estuariale su fondi renosi di trenta metri, il granchio blu (Callinectes sapidus Rathbun,1896) è arrivato in Italia con l’acqua di zavorra o Ballast water delle navi, che contiene le sue larve, passando da un habitat all’altro.

Pronto a divorare tutto, è vorace in primis di cozze, vongole, ostriche, altre specie di granchi, piccoli pesci, meduse, gamberi. I suoi predatori sono polpi, tartarughe, uccelli, anguille, persico spigola, trote, alcuni squali, la razza (Rhinoptera bonasus).

Per contenerne la propagazione, nel 2017 l’International Maritime Organisation, agenzia specializzata dell’O.N.U. per la protezione dell’ambiente marino, ha aderito alla Convenzione internazionale del 2004 per il controllo e la gestione delle acque di zavorra e dei sedimenti delle navi che impone il cambiamento frequente delle stesse durante la navigazione per diminuire la distanza di trasporto delle specie alloctone invasive, dal 2024 si dovranno montare sistemi per controllare l’acqua di zavorra, per abbattere e controllare i microrganismi nelle acque di zavorra e per evitare che le specie aliene si diffondano.

La suddetta convenzione per abbrivio è una raccolta di norme per le navi con Ballast water che impongono il cambiamento delle stessa durante la navigazione spesse volte e il montaggio di sistemi con l’abbassamento del livello dei microrganismi acquatici nocivi e patogeni, frenando la diffusione e la migrazione da una zona all’altra del globo delle specie aliene invasive trattandole con processi meccanici, fisici, chimici, biologici, singolarmente o congiuntamente, come ozono, ipoclorito di sodio, gas inerte.

L’habitat del Callinectes sapidus sono le coste atlantiche dell’America (Golfo del Messico, Maryland, ecc.), in prossimità di lagune ed estuari dai fondali renosi, ove vive fino a 35 m di profondità, si adegua bene in acque con salinità tra il 2 - 48 ‰ e temperature tra 3-35°C, è una specie costiera infralitorale. Dal punto di vista biomorfologico è un granchio dalla forma geometrica ellittica di dimensioni notevoli, con una larghezza di ca. 23 cm e una lunghezza di 15 cm, con nove dentelli laterali lunghi e appuntiti e due dentelli frontali triangolari e frastagliati, le chele, e il colore blu dovuto a due pigmenti, astaxantina e crustacianina.

In Italia le prime segnalazioni datano 1949 Marina di Grado, 1951 laguna veneta, 1965 porto di Genova, 1970 coste sicule e successivamente lungo gli 8300 km della penisola; non si salvano gli altri paesi europei rivieraschi mediterranei. I danni provocati da questa specie aliena e invasiva sono: ambientali (perdite di nicchie ecologiche e biodiversità), sanitari (prodromo di epidemie arrecate da patogeni contenuti nella Ballast water) ed economici (danni all’itticoltura e all’acquacoltura per l’allevamento dei molluschi bivalvi, rompono le reti da pesca con le chele).

Dal punto di vista del food sta diventando un alimento prelibato per la sua carne dolce, tenera, leggermente sapida: questo mix lo rende adeguato a molte ricette. Il suo valore nutrizionale è di tutto rispetto e salutistico: proteine ad alto valore biologico (18,1 g / 100 g di parte edibile), i grassi sono trascurabili (1,08 g/100 g di parte edibile), ricco di vitamine (soprattutto B12) e minerali , a basso potere energetico (87 kcal / 100 g di parte edibile). Il prezzo si aggira dai 3,50-15,00 €/kg.

Per arginare il suo propagarsi si fanno diverse ipotesi di lavoro: la sua cattura e la sua trasformazione in mangimi, l’aumento della quota destinata alla cucina gourmet, la lotta biologica con altre specie di suoi predatori naturali come anguille, persico spigola, uccelli, squali, la razza (Rhinoptera bonasus), trote, ecc.

Eradicare il granchio blu che ha invaso le acque è impensabile allo stato attuale delle cose, nel frattempo il governo ha stanziato circa 3.000.000 di € per risarcire i primi danni alle aziende dei settori acquacoltura e ittici.