Sayaka Conti, italo-giapponese e cresciuta a Roma, ha trasposto su carta la passione per il “suo” Giappone in modo, davvero, accattivante.

Il recente Parla come manga edito da Giunti, è molto più di un compendio delle storie di anime e manga che più l’hanno colpita, ma è da considerarsi come la narrazione – per tappe – di una storia d’amore. La fascinazione per Paese del Sol Levante ha sempre avuto un ruolo da protagonista in Occidente, non stupisce – quindi – che il volume di Sayaka faccia riaffiorare ricordi e desti nuovi interessi anche in chi approccia questo mondo magico per la prima volta.

Il libro è ricco di trame, aneddoti e curiosità, nonché di QR-Code attraverso i quali ascoltare la pronuncia corretta di titoli ed esclamazioni. Da tempo, molto attiva sui social, Sayaka ci illustra la genesi del suo formidabile lavoro, nella nostra intervista.

Inizierei col chiederti quali sono state le sfide nel passare dai social alla carta stampata?

Passare dai social alla carta stampata è stato un viaggio affascinante, ma non privo di sfide interessanti. Uno dei principali ostacoli che ho incontrato è stato come tradurre l'interattività e la dinamicità dei social media in un formato statico come il libro.

Inizialmente, mi sono chiesta come potessi offrire ai lettori un'esperienza simile a quella che avevano sui social dove potevano facilmente ascoltare le pronunce giapponesi di titoli, espressioni e parole riferiti ad anime e cultura giapponese. La soluzione a questa sfida è stata l'introduzione dei codici QR nel libro. Ho avuto l'idea di includere questi codici in modo che i lettori potessero, con una semplice scansione, accedere facilmente agli audio registrati da me. In questo modo, ho potuto portare un elemento di interattività nei confini della carta stampata, consentendo ai lettori di ascoltare oltre che leggere.

Oltre ad essere stata una sfida, è stata anche un'opportunità per arricchire l'esperienza dei lettori e portare una nuova dimensione di apprendimento e divertimento nel mondo della cultura giapponese attraverso il mio libro.

Partendo da un momento privato e dagli “scatoloni magici” di cui narri ad inizio volume, approdi al loro contenuto. Com’è nata l’idea di condividere le tue passioni anime/manga col pubblico?

È nata in modo piuttosto spontaneo: nel 2022, ho aperto i canali social dedicati alla lingua e alla cultura giapponese senza aspettarmi nulla di particolare. Essendo io metà giapponese, volevo semplicemente condividere la conoscenza della lingua e cultura giapponese con chiunque fosse interessato.

Tutto è cambiato in un giorno apparentemente comune, quando ho avuto l'idea di spiegare il termine "Kamehameha" (onda energetica) di Dragon Ball. Ho condiviso il video senza particolari aspettative e cosa è successo? È stato un successo inaspettato! Il pubblico ha risposto in modo entusiastico, mostrando un interesse sorprendente per le spiegazioni dei titoli, delle espressioni e delle parole giapponesi presenti negli anime.

Da quel momento in poi, ho continuato a pubblicare video legati a questo aspetto della cultura giapponese. Il pubblico ha dimostrato un'entusiastica partecipazione, e ora più della metà dei miei video sono incentrati su questo tema.

Le richieste sono diventate numerosissime, e il mio impegno nel condividere la lingua e la cultura giapponese attraverso gli anime e i manga è cresciuto costantemente. È stato incredibile vedere come la mia passione si sia trasformata in una connessione speciale con una comunità appassionata e affamata di conoscenza.

Domanda, forse, impossibile... C’è una VHS che ti è particolarmente cara e che ti ha spinta verso la scrittura?

È una domanda speciale che tocca le radici della mia passione per gli anime e i manga. Le VHS che mio zio giapponese mi mandava regolarmente da piccola hanno giocato un ruolo fondamentale nella mia storia con il Giappone e hanno sicuramente influenzato la mia scelta di condividere la cultura giapponese con il pubblico.

Scegliere una VHS che mi sia particolarmente cara non è facile. Ovviamente, le opere dello Studio Ghibli occupano un posto speciale nel mio cuore. I film di animazione di Miyazaki e del suo studio erano come finestre magiche che mi portavano in mondi incantati. Mi sono innamorata di storie come "Il mio vicino Totoro", "La città incantata" e "La principessa Mononoke" attraverso le VHS di zio mio.

Ma c'è una VHS che ricordo con particolare piacere, è quella con gli episodi speciali di Sailor Moon registrati dalla tv giapponese. Ho visto e rivisto quegli episodi tante volte da consumare letteralmente la cassetta! È stato come un rituale, una connessione speciale con quel mondo magico delle guerriere Sailor.

Quindi, sì, queste VHS hanno svolto un ruolo fondamentale nel creare il mio forte legame con gli anime e mi hanno ispirato a condividere la mia passione prima attraverso i social media e ora anche attraverso il mio libro.

Come potremmo definire il rapporto d’elezione che lega Italia e Giappone, proprio grazie ad anime e manga?

Il rapporto speciale tra Italia e Giappone, forgiato grazie agli anime e ai manga, è un legame culturale profondo e appassionato che va ben oltre il semplice interesse per i media di intrattenimento. Questi hanno aperto finestre sulla cultura giapponese per gli italiani, introducendoli a usanze, tradizioni, cibo e linguaggio. Hanno permesso di esplorare le strade di Tokyo, di assaporare il ramen e di imparare parole giapponesi come arigatō e konnichiwa.

Inoltre in Italia gli appassionati di anime e manga si sono riuniti in una comunità appassionata. I convegni, i festival e le comunità online sono diventati luoghi in cui condividere questo interesse comune, discutere di serie preferite e imparare gli uni dagli altri. Questi eventi hanno creato opportunità per incontri, amicizie e scambi culturali.

Gli anime e i manga hanno anche spesso servito da finestre educative sul Giappone, offrendo lezioni di storia, mitologia, psicologia e persino etica. Questi media hanno stimolato la curiosità intellettuale, incoraggiando molte persone a studiare la cultura e la lingua giapponese in modo più approfondito. Concluderei dicendo che il rapporto tra Italia e Giappone formatosi grazie agli anime e ai manga è un legame culturale e umano che ha trasformato semplici spettatori in esploratori di un mondo diverso. Ha ispirato un amore duraturo per la cultura giapponese, l'apprendimento e l'amicizia, creando un legame unico e affettuoso tra due nazioni distanti per molto aspetti. È un rapporto d'elezione che continua a crescere e a ispirare nuove generazioni.

Passando ai tuoi canali social, puoi già anticiparci qualche progetto futuro?

Certamente, innanzitutto desidero mandare avanti la mia missione di svelare le curiosità e le sfumature linguistiche legate agli anime e ai manga, fornendo approfondimenti che possano arricchire l'esperienza di chi li guarda o li legge.

Tuttavia, dai feedback ricevuti, emerge chiaramente un crescente interesse per la lingua giapponese, quindi, in un futuro non lontano, vorrei concentrarmi maggiormente su contenuti linguistici mirati a soddisfare due categorie specifiche di appassionati. Da un lato, coloro che stanno pianificando un viaggio in Giappone e desiderano apprendere le basi linguistiche per interagire nei contesti quotidiani come chiedere indicazioni, ordinare al ristorante o acquistare biglietti. Dall'altro lato, c'è una crescente richiesta da parte di chi vuole imparare la lingua giapponese in modo più approfondito, aspirando a comunicare con i giapponesi in maniera più completa e, magari, anche godersi gli anime senza sottotitoli.

Pertanto, i prossimi progetti sui miei canali social si concentreranno su tutorial e lezioni linguistiche, per chi vuole avvicinarsi alla lingua giapponese affiancandole a informazioni culturali. Questo approccio intende colmare almeno in parte il gap esistente tra Italia e Giappone, fornendo non solo strumenti linguistici, ma anche una comprensione più profonda della cultura giapponese, che è utile per mitigare lo shock culturale che molti vivono in un viaggio nel Paese del Sol Levante.