Mortai in pietra e in legno carichi di spezie ed erbe aromatiche, dalle diverse proprietà curative e fragranze, in grani e in semi, in corteccia o radice; ajwan, cumino, pepe nero, semi di finocchio, zenzero, piper longum, curcuma, coriandolo, cardamomo, chiodi di garofano, timo, alloro, salvia, rosmarino, cannella, noce moscata e altro ancora. È questa l’immagine nitida che ho ancora negli occhi e mi porto nel cuore, la prima cosa che mi viene in mente se penso a Pindasweda.

Un profumo intenso, inebriante e meraviglioso di spezie ed erbe aromatiche che si libera nell’aria, vibrante, leggero e potente, a ogni colpo di mortaio. Seduta su di uno sgabello, davanti a un maestoso Droni, il tradizionale letto da massaggio indiano in legno che fungeva da tavolo da lavoro, ho sminuzzato, polverizzato, spezie e piante aromatiche per tutto il pomeriggio, con il mortaio e un vecchio macinino da caffè, di quelli manuali di una volta con la scatola in legno e la manovella in ferro.

Quando devi praticare un trattamento Pindasweda, sai che inizi a prenderti cura della persona a cui lo praticherai, il giorno precedente, la mattina per il pomeriggio, o poche ore prima dell’appuntamento. Inizia quando scegli gli ingredienti, macini, sminuzzi, polverizzi, cucini, tagli stoffe, confezioni boli, prepari manualmente tutto quello che ti servirà per poter eseguire meraviglioso trattamento personalizzato. Quei profumi ti rimangono sulla pelle, nei capelli, nei vestiti, anche se ti sei fatta la doccia, permangono nell’aria della stanza e li senti fin da fuori la porta, anche se lavi, disinfetti e bruci incensi. Le spezie possono non piacerti e puoi anche non amarle, ma se ti toccano nel cuore lo scaldano, lo accendono, ti arrivano fino all’anima e lì rimangono per sempre.

A me è successo tanto tempo fa, e ormai fanno parte di me, o forse è stato un semplice risveglio una conoscenza ed esperienza antica rianimata. Era il 1994, in un caldo dopo pranzo estivo di fine luglio, cinque giorni di formazione full immersion in trattamenti ayurvedici. Non sentivo caldo, fame, sete o stanchezza, non sarei voluta essere in nessun altro luogo che lì. Mi sentivo a casa e perfettamente a mio agio mentre macinavo spezie, bollivo il riso nel latte con i decotti di erbe e preparavo i Pinda. Il tempo mi sembrava si fosse fermato lì, come sospeso, un sogno a occhi aperti, una favola dove tutto era magia e incanto.

Ma che cos’è Pindasweda? Tanto, tantissimo, tante cose per molteplici meravigliosi benefici. Andiamo per gradi. Pinda= bolo (fagottino, tampone, massa rotonda e soffice), sweda= fomentazione, calore; è la terapia di calore abbinata al massaggio, praticata con fagottini di cotone o in tela di lino, contenenti la miscela di diverse erbe aromatiche e spezie, in polvere, foglie, radici o semi. Possono anche essere amalgamati a cereali e legumi, interi, decorticati o ridotti in farina. Tutto insieme? A secco? Con olio? Umidi? Scaldati su pietra? Padella? Al vapore? Ma il massaggio no? La risposta come spesso accade in campo Ayurvedico è .... dipende! Ma da cosa?

Procediamo per gradi, possono utilizzate essere tutte queste modalità, o tutti questi ingredienti, insieme o separati, quale opzione, dipende dall’esigenza della persona e finalità del trattamento; il tutto viene scelto accuratamente secondo la costituzione Prakruti, eventuali disarmonie Dosha, e la stagione in cui viene praticato il trattamento. Pindasweda fa parte della vasta gamma dei trattamenti Karma (azione) Swedana (fomentazione), azioni che inducono la sudorazione, promuovono la diaforesi, al fine di liberare il corpo dalle tossine. L’azione del calore associata alle proprietà degli ingredienti che vengono messi all’interno dei Pinda si trasforma in un trattamento mirato a determinare un richiamo di sangue negli strati più superficiali della pelle, alleggerendo così l'infiammazione agli strati sottostanti, e a liberare tutto ciò che sì è bloccato e accumulato nei canali circolatori e nei tessuti a vari livelli.

È una procedura di lavoro sul corpo molto piacevole, rilassante, che apporta benefici e risultati molto veloci, grazie alla combinazione eccezionale di calore dolce, erbe e particolari movimenti di massaggio praticati con i Pinda. Aiuta la riattivazione della microcircolazione del corpo e ha proprietà rilassanti e depurative. Può essere praticato sia a persone sane, a scopo preventivo e di mantenimento del buono stato di salute, o per la cura di piccole e grandi patologie (previa in questo caso, la diagnosi e la prescrizione da parte di un Medico Ayurvedico).

Il calore del tampone, e le erbe in esso contenuto, sono principalmente benefici, calmano e riducono gli eccessi per i Dosha Vata e Kapha che per loro natura sono freddi. Il Dosha Vata, energia composta dagli elementi Aria ed Etere è per natura freddo e secco; in questo caso sarà particolarmente efficace sempre il caldo, meglio un caldo umido o oleoso, idratante e nutriente, utilizzando piante con energia riscaldante e abbinato a un massaggio con olio medicato ayurvedico o tecnica abhyanga (trattamento di unzione), che precederà Pindasweda, oppure imbevendo i Pinda nell’olio medicato caldo poi passati accuratamente sul corpo.

Pindasweda riduce il gonfiore, la sensazione di freddo, secchezza, rigidità, aiuta la riattivazione di tutto ciò che non circola più regolarmente a livello fisico e psicoemotivo. Scioglie l'AAM (muco tossico), nei tessuti, canali circolatori, e articolazioni. Riduce fino ad eliminare l’eccesso e l’accumulo del Dosha Kapha (energia composta dagli elementi Acqua e Terra, freddo e umido), quindi problemi di ritenzione idrica e adipe (es. aumento di peso in particolare localizzato), muco (es. via respiratorie, tosse problemi raffreddamento). In questi casi è meglio la modalità a secco, i Pinda composti da sole polveri di spezie vengono scaldati su una piastra di pietra ollare, refrattaria, o di lava vulcanica.

Riassumendo, è particolarmente efficace per tutti le disfunzioni legate alla circolazione sanguigna, linfatica, il drenaggio dei fluidi, problemi di accumulo di tossine nei tessuti e canali circolatori, cellulite, obesità, elimina il gonfiore diffuso nel corpo, scioglie l’eccesso di muco presente nei polmoni; valido anche per problemi di artrite, osteoartrite, rigidità e gonfiore a livello articolare. Pindasweda è un ottimo trattamento anche per il recupero di energia, il riequilibrio di Prana e la forza fisica e mentale. Praticato dopo l’attività sportiva, aiuta a eliminare facilmente la stanchezza, la fatica e le scorie metaboliche acide e favorisce il recupero di energia e vitalità. Può essere praticato localmente o in tutto il corpo. Quando l’operatore scalda i fagottini, deve sempre controllare la loro temperatura prima di passarli sul corpo, al fine di evitare spiacevoli sensazioni causate dall’eccessivo calore, o scottature sulla pelle, ma deve anche mantenerla costante fino alla fine del trattamento.

Si inizia con una serie di manovre di tamburellamento di media pressione e velocità, sulle varie zone del corpo, al fine di attivare il processo diaforetico, scaldare per sciogliere e liberare le tossine dai tessuti e i canali circolatori, si prosegue con movimenti di sfregamento profondo e avvolgente per veicolare il tutto verso gli organi di digestione ed eliminazione. I trattamenti di Pindasweda abbinati al massaggio o all’unzione possono durare da mezz’ora fino a due ore a seconda se sono praticati su tutto il corpo o solo in piccole aree specifiche (spalle, gambe, addome, schiena, viso).

Sensazioni? Benessere, coccole e piacevolezza assoluta, in particolare in India dove tradizionalmente vengono praticati da almeno due operatori che lavorano in modo sincronizzato, e si dedicano alla sola cura della persona, mentre uno o più assistenti sono addetti al passaggio dei preziosi fagottini ai massaggiatori e al mantenerli caldi. Un bravo operatore ayurvedico, ben preparato anche qui in Italia, potrà donarvi momenti di benessere veramente speciali.

Come già detto, vi sono diversi tipi di Pindasweda, che prendono diversi nomi a seconda degli ingredienti contenuti e della parte della pianta utilizzata: Patrasweda Patra = foglia, sweda = traspirazione, erbe fresche Elakizhi (massaggio con boli di piante fresche), secche per i Podikizhi (massaggio con boli di piante secche micronizzate), o con finalità di nutrimento dei tessuti, Navarakizhi (massaggio con boli di cereali e latte alle erbe).

Essendo un trattamento particolarmente indicato per gli squilibri Vata Kapha, e molto amato dalle persone con queste costituzioni e caratteristiche (ma non solo, anche i Pitta li amano), Autunno, Inverno e Primavera, che sono stagioni Vata e Kapha, sono i periodi “speciali” per giovare al meglio dei benefici di Pindasweda. Possono essere praticati anche in Estate e ai soggetti Pitta, calibrando con attenzione le miscele e temperature dei Pinda.

Questo tipo di trattamento curativo di prevenzione e bellezza (massaggio abbinato alla terapia del calore) è utilizzato anche nella medicina tradizionale Tibetana, nell’Ayurveda Tibetana, nella medicina Cinese e in quella Thailandese. Queste antiche tecniche che ci insegnano a vivere secondo natura e non solo secondo cultura, non sono poi così lontane da noi, e ora stanno anche trovando sempre più riscontro dalla medicina "ufficiale”. Se andiamo però indietro nel corso dei tempi, ritroviamo le ricette in antichi erbari della nostra cultura e tradizione: l’uso degli impacchi di erbe essiccate, fiori, piante aromatiche, sale; i cataplasmi, famosi impasti “molli” a base di semi di lino, senape o argilla; le compresse, pezzuole imbevute di soluzione medicamentosa e messe a contatto con la parte malata. Dai rimedi della nonna a uso domestico per risolvere i piccoli e medi problemi di salute della famiglia, agli uomini e alle donne di medicina di diverse culture e parti del mondo, tutti hanno utilizzato e utilizzano rimedi simili, col fine di donare sollievo e riportare il corpo in uno stato di benessere.

Erbe aromatiche e spezie sono per me ogni giorno motivo di studio, ricerca, fonte di ispirazione e sperimentazione, le amo follemente e fanno parte del mio quotidiano sia della vita personale che professionale rendendola sempre più vitale e interessante. Sarà anche per questo che la mia amica Susa mi chiama “la maga delle spezie”? Ma di questo forse parleremo un’altra volta, magari con un articolo dedicato solo alle spezie e al loro utilizzo in cucina o per altri meravigliosi trattamenti di benessere e bellezza. Buona vita speziata a tutti. Love and Gratitude.