Le tre saghe principali di Isaac Asimov, Impero, Fondazione e Terra presentano una maggioranza di figure di uomini del futuro, maschi che assomigliano molto a quelli di oggi, cioè del tempo di Asimov, attivo fra la fine degli anni 30 e la fine degli anni 80, cinquant’anni di racconti, divulgazione scientifica e tanto successo. Ma molte delle situazioni raccontate sembrano scritte oggi.

Asimov, che ha vissuto tutta la vita nella New York del suo pieno splendore, ci ha regalato una schiera memorabile di personaggi maschili, molti più di quelli femminili, cui fa vivere discussioni appassionate, viaggi spaziali, visite su pianeti affascinanti o pericolosi.

Discussioni appassionate? La cosiddetta “fantascienza” di Asimov è ricchissima di ragionamenti fra persone, discussioni fra caratteri forti, relazioni fra persone con diverse sensibilità e competenze. Chi si aspetta di incontrare racconti di azione hollywoodiana o guerre stellari (“cavalli che sparano e pistole che corrono”, come diceva mio nonno) si troverà di fronte a qualcosa di inatteso: pagine e pagine di ragionamenti, scientifici, politici, strategici, umani, cui a volte segue l’azione, ma a volte anche no, perché per l’azione spesso ci vuole pazienza e preparazione. E pensiero, molto pensiero. Asimov ci insegna questo. Ci insegna a pensare, possibilmente a ragionare insieme a qualcun altro e, alla fine, se possibile, a mettersi d’accordo sul da farsi. A volte si può anche non essere d’accordo, ma alla fine qualcuno deve prendere una decisione, anche sulla sola base dell’intuito, una delle cose belle che noi umani continuiamo ad avere. I ragionamenti fra i protagonisti seguono un filo logico plurimillenario, orientato a garantire la sopravvivenza della civiltà umana nella Galassia colpita dalla dissoluzione del primo Impero che ha come capitale Trantor, il pianeta al centro della Galassia. Trantor è coperto dalle strutture d’acciaio di una immensa città, popolata da decine di miliardi di persone che vivono sotto delle cupole che ne stabilizzano il clima, anche molti metri sotto terra. Unica porzione libera da costruzioni è il giardino del Palazzo imperiale, adiacente all’Università, sede del sapere galattico, ricco di piante di tutti i tipi e curato da un esercito di giardinieri provenienti da tutta la Galassia.

Ci sono tre categorie principali di maschi nei libri di Asimov: gli studiosi, gli uomini di potere e gli avventurieri, contornati da una schiera di persone comuni, tratteggiate con cura, sempre ben riconoscibili.

Nel descrivere i personaggi maschili della mitologia di Asimov è necessario fare delle scelte. Non si possono tralasciare i protagonisti chiave del filo logico che percorre tutta la sua opera, ma neppure dimenticarsi dei cammei, dei personaggi anche apparentemente secondari che, anche con una singola azione possono condizionare il destino della specie umana, considerata sempre come un coro che procede lungo i sentieri della storia, anzi, della psicostoria… Hari Seldon, Elijah Baley e Goran Trevize sono i personaggi principali cui dedicherò qualche parola. Ne esistono molti altri, che mi riservo di scegliere nelle puntate successive.

Non si può non iniziare con Hari Seldon lo scienziato geniale e gentile, che proviene dalla periferia dell’Impero (è nato su Helicon, un pianeta della regione di Arturo); da giovane matematico, si mette in “guai” che più o meno durano per tutta la sua vita. Seldon giovane presenta a Trantor, a un congresso galattico di matematica, una teoria chiamata “psicostoria” che suppone, ma solo suppone all’inizio, che sia possibile prevedere il futuro della Galassia mediante un insieme molto complesso, articolato, integrato e ancora sconosciuto a tutti, di equazioni e formule matematiche… Poter utilizzare delle formule matematiche per… ”prevedere il futuro” è la versione, l’interpretazione semplificata ed errata di gran parte di quelli che vogliono impossessarsi di quella che pensano sia una nuova invenzione rivoluzionaria. Poter predire il futuro a proprio vantaggio attizza l’interesse di diversi potenti dell’Impero, fra cui lo stesso imperatore il quale, cosa inusitata, lo convoca per parlare con lui. Il povero Asimov, in forma di Seldon, (l’Autore, si capisce, si identifica molto con il suo personaggio principale) cerca di spiegare all’onnipotente Imperatore della Galassia che lui, veramente, ha espresso solo un’ipotesi sotto forma di teoria matematica, e che ci vorranno molti anni per confermarla, se mai sarà possibile. Nel corso della sua vita molto spesso gli verrà chiesto di “predire il futuro”, e rischierà anche la vita perché molti, avventurieri, politici, lo stesso imperatore non riescono a capire, non riescono a pensare in termini probabilistici, in termini scientifici, ma solo in ermini riduzionistici, e vogliono impossessarsi di quello che ritengono sia un segreto da cui trarre enormi vantaggi.

Seldon trova un impiego all’Università migliore di Trantor e lì fa una carriera favolosa, diventandone il capo dipartimento di matematica poi il rettore e poi, per un periodo, saltando il fosso della politica e diventando il primo ministro dell’imperatore, in sostituzione di Demerzel, primo ministro ed eminenza grigia che lo segue con attenzione, simpatia e anche amicizia nei suoi studi. Seldon raccoglie attorno a sé una equipe di scienziati, sempre più numerosa, raccoglie fondi governativi, insomma riesce pian pianino a sviluppare le basi della psicostoria, con l’unico obiettivo di fare una cosa che piacerebbe fare a molti di noi oggi… salvare la civiltà umana da lunghi anni di decadenza, dopo la caduta dell’Impero Galattico (o di qualsiasi forma di civiltà che abbiamo in questi anni contribuito con piccole o grandi azioni e pensieri, a sviluppare). I suoi calcoli, infatti, indicano che da lì a 500 anni l’Impero Galattico, a quei tempi potente e apparentemente monolitico, si sarebbe disgregato determinando 30 mila anni di caos, sofferenza e distruzione, prima di riunificarsi in un secondo Impero più solido del primo. L’intento di Asimov/Seldon è molto semplice quanto folle… ridurre a solo 1000 gli anni di decadenza per ridurre al minimo le sofferenze della specie umana sparsa nei 25 milioni di mondi colonizzati fino ad allora. Seldon/Asimov ci mette tre libri per concludere la sua vita quasi in solitudine ma con successo. Seldon, infatti, prima si fa esiliare con tutto il suo enorme istituto su Terminus, un pianeta lontano, ai margini della Galassia dove, dopo averlo colonizzato e averci impiantato una Fondazione di studi, si mette, ufficialmente, a raccogliere in una gigantesca enciclopedia galattica tutta la conoscenza della Galassia per preservarla dai disastri in arrivo. Lui e la sua equipe continuano però anche a elaborare la psicostoria, con grandi difficoltà e molte pause forzate e no, e prevedono delle crisi future per la Galassia e per la Fondazione. La psicostoria opera, infatti, per grandi numeri di popolazioni e sembra calcolare matematicamente e prevedere i flussi delle tendenze sociali, politiche, comportamentali di grandi masse di persone. Non dovrebbe essere influenzata dalle azioni di singole persone, anche se ciò, poi, non si dimostrerà sempre vero. Prima di morire Seldon fa in tempo a dar vita, tramite sua nipote Wanda, che ha poteri telepatici, a una seconda Fondazione di guardiani della Galassia, in un luogo che dovete scoprire da soli leggendovi i libri… Dopo la sua morte le crisi puntualmente si avverano e lui può comparire in un ologramma postumo in cui conferma la crisi e propone delle indicazioni agli attuali governanti su come uscirne.

Asimov/Seldon è contornato in genere da brave persone: la rossa Dors Benavili, sua moglie, che lo difende con tanta forza e con tanta determinazione da essere chiamata “la donna tigre”, una donna che non mostra quasi mai segni d’invecchiamento, il loro figlio adottivo, Rayck, che è il padre di Wanda la nipote che fonderà la seconda fondazione, il suo principale collaboratore, che si spegne a forza di studiare… persone da campus universitario che lui frequenta con passione e senso ansioso di fretta per riuscire a comprendere il massimo della psicostoria, prima di morire e di lanciare il grandioso programma di riduzione delle sofferenze degli uomini per la caduta, inevitabile, dell’Impero galattico.

Alla fine si finisce col voler bene a questa persona che, come tanti personaggi della realtà, ha dedicato la sua vita a una impresa quasi impossibile… Si comincia a considerarlo uno di casa e magari, ogni tanto, con un po’ di nostalgia, ripescare quei libri dov’è stato raccontato così bene… e rileggerli, per l’ennesima volta con amore.