Nuovi riconoscimenti per Giuseppe Fata, l’hair-designer di fiere origini calabresi cui molte dive dello spettacolo si affidano, molto apprezzato anche alla settimana della moda a Lugano che si è appena conclusa, per le sue creazioni visionarie che condensano al meglio lo spirito del made in Italy, che tanto illumina il nostro paese all’estero. Rilanciando l’invito della locale (e influente) camera della moda svizzera, che lo ha insignito come “Member Executive CNMS”, lo stilista ha presentato nel corso dei quattro giorni a lui concessi, una delle sue ultime e ambiziose opere, ispirata niente di meno che alla celeberrima Monna Lisa di Leonardo da Vinci, fra le figure più iconiche della storia dell’arte, ammirata sul capo di una fascinosa modella e ripresa dalle recenti sfilate parigine dello scorso luglio, con tanto di sfilata proprio nei cortili del museo del Louvre: “Un lavoro complesso ma appagante, nella mia perenne ricerca del bello”- ribadisce lo stilista - che ci ha concesso questa intervista esclusiva.

Cosa la ispira nelle sue creazioni uniche e qual è l’obiettivo che si pone realizzando le teste scultura?

La bellezza in senso lato ed esteso. Sono un esteta naturale: ho fatto come tutti la mia gavetta, con il privilegio di ricevere l’incoraggiamento di Gianni Versace, poi ho lavorato fianco a fianco con nomi di grido come Valentino, Ferrè, Krizia, Biagiotti, Gai Mattiolo, fino a capire che dovevo riprendere un prototipo che avevo sperimentato già venti anni fa, al quale avevo virtualmente promesso che prima o poi ci avrei messo di nuovo mano. Già da allora avevo immaginato che sarebbe potuta diventare la mia dimensione definitiva, quella in cui mi sento a mio agio. Mi propongo di rendere visibile il mistero dei nostri pensieri, perché è proprio nella testa che risiede l’arte dinamica dei pensieri, per cui perché non mostrarle? È questa la mia visione.

Qual è stato il momento in cui ha capito che la vita stava prendendo la direzione tanto agognata?

Sicuramente a Parigi nel 2002, con l’attribuzione del riconoscimento internazionale “La Rose D’or”, il massimo a cui chi opera nel mio campo può aspirare, sempre nella capitale transalpina, uno degli snodi obbligati per chi fa moda, ho avuto una nuova soddisfazione quest’anno con un mio personale tributo a Christian Dior, sinonimo di eleganza e raffinatezza per antonomasia. Ne sono ovviamente orgoglioso, e mi faccio forte della mia umiltà. Qualità essenziale per andare veramente avanti nella vita. Cerco sempre di tenere i piedi a terra e andare verso nuovi sogni, di certo i sacrifici sono stati notevoli.

Cosa porta della sue radici in ciò che fa?

Nonostante il profilo internazionale impresso alla mia carriera, la mia terra è rimasta sempre nel cuore e non solo per il concetto di famiglia che mi è stato impresso dall’ambiente in cui sono cresciuto. Con mia sorella sono ovviamente legatissimo e adesso ci sono ritornato per quanto mi è possibile: faccio la spola fra la Calabria e Roma e Milano, gli snodi principali della moda italiana. Sono molto felice dell’ispirazione che la culla della Magna Grecia continua a fornirmi: ci sono tante cose da fare e molti talenti in erba da valorizzare. Vorrei che ci fosse un’inversione di tendenza, anche come mentalità. Ovvero meno lamentele e più voglia di darsi da fare. Possiamo farcela, altri calabresi di illustre talento come l’orafo Gerardo Sacco, mio amico personale, ce lo ribadiscono.

Chi fra i personaggi famosi che ha incontrato le ha lasciato di più?

Di sicuro la grande umanità di Giovanni Paolo secondo, un uomo straordinario di cui ricordo gli insegnamenti. Fra i personaggi dello spettacolo ho un ottimo ricordo di Monica Bellucci e Nicole Kidman, autentiche donne prima che dive, ma la mia amica del cuore è Daniela Fazzolari, l’attrice popolare con Centovetrine, di cui curo da sempre l’immagine. Il cinema comunque è sempre stato fra le mie principali ispirazioni, di recente ho realizzato una scultura dedicata a Marcello Mastroianni con ben 140 fotogrammi ispirati alle sue pellicole. Le mie muse con cui avrei voluto lavorare invece sono quelle attrici di grande carisma ed eleganza, oltre che bellezza. Penso a Mariangela Melato o Virna Lisi fra le tante, autentiche dive su cui sto ragionando per una nuova creazione che sarà presentata alla prossima festa del cinema di Roma.

Cosa si augura per il suo futuro e qual è il suo prossimo grande appuntamento?

Mi ritengo un privilegiato, so di avere del talento per le mani e mi è stato riconosciuto a livelli internazionali. Mi auguro di continuare a realizzare cose belle e di dare lustro alla Calabria nel mondo. Mai adagiarsi sugli allori, il lavoro paga sempre, magari con quel pizzico di fortuna che nella vita è sempre necessario. Per la fine del mese sarò a invece a Matera: i leggendari “sassi” costituiranno il proscenio ideale per un compendio esaustivo delle mie creazioni. Ci sono altre cose in itinere, ma anche per scaramanzia preferisco non anticipare molto di più.