Nel Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas i personaggi si trovano in Francia: negli anni che vanno tra il 1815 e il 1838; nel periodo tra la fine del regno di Napoleone e l’inizio del regno di Re Luigi Filippo...

Tu: Un romanzo storico, io li adoro!
Io: Anch’io, questo in particolare!
Tu: Non l’ho mai letto!
Io: L’ho appena terminato, se vuoi te lo presto!
Tu: Ok!
Io: Solo... è piuttosto lungo!
Tu: Lungo? Lungo quanto?
Io: 1012 pagine di caratteri fitti, fitti!
Tu: Accidenti, tutte quelle pagine mi incutono un po’ di paura!
Io: Paura? Paura di non sapere quando lo finirai?
Tu: No, no... paura di non sapere se lo finirò!
Io: Allora ho un’idea!
Tu: Quale?
Io: Te lo racconto, poi deciderai!
Tu: Ok!

... L’intero romanzo può dividersi in tre parti diverse: il complotto; la prigionia; la vendetta. In ognuna di esse si affrontano temi assai diversi, come: l’invidia; la giustizia; la vendetta; il perdono; la misericordia...

Io: Interessante, no?
Tu: La cosa promette, continua!
Io: Bene, allora, cominciamo dalla prima parte!
Tu: Il ''complotto''?
Io: Sì, esso (il complotto) scaturì dagli effetti generati da un fatto!
Tu: Un fatto?
Io: Un fatto che accadde il 28 febbraio del 1815...

... Durante la traversata in mare, il capitano di un mercantile, un certo Leclerc, muore colpito da una forte febbre improvvisa. Prima di morire, però, riesce a consegnare al giovane marinaio (Edmondo Dantes) una lettera scritta da Napoleone in persona, detenuto prigioniero sull’isola d’Elba...

Tu: Edmondo Dantes?
Io: Sì, il protagonista!
Tu: Ma il protagonista non è il Conte di Montecristo?
Io: Sì, ma sono la stessa persona!
Tu: Tipo ''Il dottor Jekyll e lo strano caso del signor Hyde''?
Io: Non proprio!
Tu: Tipo ''Uno, nessuno e centomila''?
Io: Ma la vuoi sentire ‘sta storia?
Tu: Sì, scusa, sondavo solo il terreno!
Io: Dove eravamo?

Tu: Alla lettera di Napoleone!
Io: Ah, già...

... Era una lettera indirizzata a un suo fedele, un Bonapartista (un rivoluzionario), un misterioso uomo di nome Noirtier. Nella quale Napoleone lo istruisce sulla rivolta da attuare per spodestare l’attuale re di Francia Luigi Filippo, e restituirgli il trono e lo scettro di comando. Dantes, senza conoscerne il contenuto, promette al capitano Leclerc di consegnarla a Noirtier in persona...

Tu: Ed è qui che cominciano i suoi problemi?
Io: Sì!
Tu: Non riesce a farlo?
Io: No!
Tu: Perché?
Io: Perché viene battuto sul tempo...

... dopo essere sbarcato dal mercantile a Marsiglia, Dantes riabbraccia l’anziano padre e dichiara alla fidanzata Mercedes l’intenzione di volerla sposare al più presto...

Tu: E lei che risponde?
Io: Accetta subito e il giorno successivo si celebra il banchetto di fidanzamento!
Tu: Ma…
Io: Ma durante il banchetto sarà arrestato!
Tu: Arrestato?
Io: Già!
Tu: E con quale accusa?
Io: Per il sospetto di essere un Bonapartista!
Tu: A causa della lettera, giusto?
Io: Sì, a causa della lettera!
Tu: Ma se lui non sa neanche che c’è scritto?
Io: Ma questo i gendarmi non lo sanno!
Tu: Ma come fanno i gendarmi a sapere della lettera?
Io: Perché...

.... una missiva anonima mette a conoscenza della lettera il giovane procuratore Villefort. La lettera sarà scritta da tre loschi individui: Danglars; Fernando; Caderousse...

Tu: E chi sono questi tre loschi individui?
Io: Danglars è lo scrivano dello stesso mercantile di Dantes!
Tu: Fernando, invece?
Io: È il rivale di Dantes nel contendersi l’amore di Mercedes!
Tu: Tipico. E Caderousse, invece?
Io: Lui è il vicino di casa di Dantes!
Tu: Posso capire il motivo che spinge Fernando, ma gli altri due perché lo fanno?
Io: Danglars, perché sa che Dantes sarà nominato capitano del mercantile!
Tu: Al posto di Leclerc?
Io: Sì!
Tu: Ah, e lui voleva quella promozione!
Io: Disperatamente!
Tu: Tipico. perché e Caderousse?

Io: Per l’atteggiamento orgoglioso di Dantes nei suoi confronti!

... Dantes viene scortato subito in gendarmeria e qui, il giovane procuratore Villefort ascolta il giovane Dantes, proclamare la sua innocenza e la sua totale estraneità ai fatti. Ammette di aver promesso al defunto capitano Leclerc, di prendersi l’impegno di recapitare una lettera a un uomo a Parigi, ma precisa che non conosce: né chi ha scritto la lettera; né chi è l’uomo a cui è destinata la lettera; né il contenuto della lettera...

Tu: E Villefort gli crede?
Io: Sì, in un primo momento, ma poi lo condanna lo stesso!
Tu: E perché?
Io: Perché apprende che l’uomo a cui è destinata la lettera e suo padre!
Tu: Cosa?
Io: Sì, l’uomo a cui Dantes deve consegnare la lettera è il padre del procuratore!
Tu: Che ironia!
Io: Per cui si mostra molto severo con Dantes!
Tu: Quanto severo?
Io: Lo condanna a vita!
Tu: Caspita!
Io: In una fortezza inespugnabile adibita a galera: il Castello d’If!

... Villefort per evitare l’arresto del padre, ma soprattutto per evitare la fine prematura della sua carriera, brucia la lettera e dispone che Dantes non possa più parlare della faccenda ad anima viva...

Io: Dantes, quindi, sarà condotto al castello d’If dove...
Tu: Dove conosce qualcuno?
Io: Un personaggio straordinario!
Tu: Un altro prigioniero?
Io: Sì, l’abate Faria!

... tra i due nasce una profonda amicizia. Faria fiducioso lo mette al corrente del tunnel che da anni sta scavando, perciò, decidono di aiutarsi a vicenda: Dantes lo aiuterà a proseguire nei suoi scavi; Faria lo aiuterà a capire l’identità dei suoi complottatori...

Tu: Non capisco. Faria l’ha appena conosciuto?
Io: Ma Faria è molto perspicace!
Tu: Perspicace?
Io: Sì, conosce molte cose della vita!
Tu: Tipo?
Io: Economia; Matematica! Lingue straniere! Filosofia!
Tu: Ma prima di essere arrestato cosa faceva?
Io: Era precettore!
Tu: Capisco!
Io: Ma quando il tunnel è quasi ultimato accade l’irreparabile!
Tu: Cosa?
Io: Faria sarà colpito da tre attacchi epilettici...

... l’ultimo dei quali lo conduce alla morte, però, prima che sopraggiunga la morte l’anziano riesce a metterlo a parte dell’esistenza di un misterioso tesoro: un tesoro incalcolabile nelle proporzioni; un tesoro nascosto dai secoli più lontani...

Io: Il tesoro di Montecristo!
Tu: Montecristo è il nome del protagonista!
Io: Già, ed è anche una piccola isoletta localizzata dalle parti della Corsica!
Tu: Che storia!
Io: Procediamo con ordine, eravamo alle ultime parole di Faria...

... Dantes, perciò, dopo aver appreso l’esatta ubicazione del tesoro, capisce cosa dovrà fare del resto della sua vita: fare giustizia alla propria ingiustizia; dare soluzione al proprio torto insoluto...

Tu: Cioè vendicarsi dei suoi cospiratori?
Io: Certo, lo si può comprendere!
Tu: Già, gli è stato rubato tutto: la libertà, l’amore... la vita!
Io: Per prima cosa evade!
Tu: Attraverso quel tunnel?
Io: No, non è ancora terminato!
Tu: E come allora?
Io: Una genialità...

... il cadavere di Faria sarà messo all’interno di un sacco, il quale resta nella cella per l’intera nottata. L’indomani, le guardie scortano il sacco chiuso fuori dal castello d’If per dar seguito alla procedura della sepoltura...

Tu: E perciò?
Io: Dantes si sostituisce al cadavere di Faria!
Tu: Chiuso nel sacco!
Io: Mette nel sacco i suoi aguzzini!
Tu: Quindi la cosa funziona?
Io: Fino ad un certo punto!

... la sepoltura dei carcerati non avviene in un normale cimitero, come Dantes si aspettava, ma in un modo molto più pratico e rapido...

Tu: Vengono bruciati?
Io: Acqua!
Tu: In che senso?
Io: Nel senso che vengono buttati in acqua!
Tu: Come?
Io: Il castello d’If si trova su una isoletta!
Tu: Ah!
Io: Poco lontano si trova la cima di un precipizio che dà sul mare!
Tu: Perciò, il modo migliore per sbarazzarsi di un cadavere è...
Io: Scaraventarlo dalla cima del precipizio!

... ma Dantes, nonostante sia chiuso nel sacco, riuscirà lo stesso ad uscire e a trarsi in salvo in modo alquanto rocambolesco...

Tu: Si trasforma in Houdini?
Io: No!
Tu: Gli spuntano le ali?
Io: Nemmeno!
Tu: E allora?
Io: Possiede un coltello!
Tu: Un coltello?
Io: Era tra gli arnesi realizzati da Faria!
Tu: Quelli per scavare il tunnel?
Io: Sì...

... dopodiché è tratto in salvo da due contrabbandieri, in rotta verso l’isola di Montecristo e una volta lì, Dantes trova l’inestimabile tesoro e perciò, inizia la sua lenta e macchinosa (ma letale) opera di vendetta...

Tu: Lenta?
Io: Già, trascorrono dieci anni dal regolamento dei conti!
Tu: Aspetta così tanto?
Io: La vendetta è un piatto che va servito freddo!
Tu: Ma in tutto questo tempo cosa fa?
Io: Consolida la sua presenza!
Tu: Verso i cospiratori?
Io: Si introduce nella vita dei cospiratori!
Tu: E non lo riconoscono?
Io: No, cambia nome e aspetto!
Tu: Aspetto?
Io: I suoi connotati sono cambiati la prigionia dura venti anni!
Tu: Insomma è una persona diversa!
Tu: Una persona che ama molto l’anonimato della teatralità...

... assume una serie d’identità diverse: quella dell’abate Busoni; quella di Lord Wilmore; quella del marinaio Sindbad; quella del signor Zaccone...

Tu: Non rinuncia all’effetto sorpresa?
Io: No!
Tu: Ma dopo aver trovato il tesoro come agisce?
Io: Prima raggiunge l’Italia!
Tu: Ah!
Io: Quindi, acquista l’isola di Montecristo!
Tu: In questo modo il tesoro diventa suo a tutti gli effetti!
Io: Sì!
Tu: Furbo questo Dantes!
Io: Ma d’ora in poi ''Dantes'' non sarà più ''Dantes''!
Tu: Ah, ecco il titolo del romanzo!
Io: Acquistando l’isola, acquista anche il titolo nobiliare!
Tu: Il Conte di Montecristo?

Io: Esatto! Poi torna nella sua città natale: Marsiglia...

... Dantes (o meglio il Conte di Montecristo) usa perciò, in tante circostanze diverse le molteplici identità sopracitate per ottenere i propri scopi: prendere fiducia da chi non merita alcuna fiducia...

Io: L’abate Busoni è un’autorità ecclesiastica!
Tu: Che sicuramente ispira tanta fiducia!
Tu: Specie a quei tempi!
Io: Tramite lui, infatti, riesce a verificare se la tesi di Faria sulla cospirazione è esatta!
Tu: Cioè che fa?
Io: Nelle vesti dell’abate Busoni il Conte di Montecristo (cioè Dantes) fa visita a Caderousse...

... il vicino di casa di Dantes all’inizio del romanzo, quando viveva con il padre poco prima di essere arrestato: Caderousse, dopo aver smesso i panni del sarto, apre un albergo a Ponte di Gard e collabora di nascosto con alcuni contrabbandieri. Da lui ebbe la conferma della cospirazione che lo condusse in carcere; da lui seppe che partecipò (anche se ubriaco fradicio) al piano per incastrarlo...

Io: E credendolo un’autorità religiosa gli conferma la versione di Faria!
Tu: Cioè che a incastrarlo furono in quattro?
Io: Sì, inoltre, lo mise al corrente di ciò che successe dopo la sua incarcerazione!
Tu: Già, cosa successe al padre e alla fidanzata?
Io: Il padre, troppo orgoglioso per chiedere aiuto morì di stenti!
Tu: Che tristezza!
Io: E Mercedes, invece sposò Fernando!
Tu: Lo stesso che cospirò contro Dantes?
Io: Sì!
Tu: Destino infame!
Io: Inoltre, apprende dei tentativi da parte di Morrel di farlo scarcerare!
Tu: Morrel?
Io: L’armatore; il proprietario del mercantile...

... Era il secondo comandante all'inizio del romanzo, oltre ad essere un onestissimo uomo d'affari. Alcuni anni dopo (tra il 1825 al 1830) subisce gravi perdite economiche, tanto da essere quasi sull'orlo della bancarotta, ma grazie a due fantomatici quanto misteriosi personaggi, riesce ad evitare la catastrofe e risollevarsi finanziariamente...

Tu: Misteriosi personaggi?
Io: Già, quelli che usa Dantes per compiere buone azioni!
Tu: Ah!
Io: Nei confronti di chi gli è sempre rimasto sempre fedele!
Tu: Una storia parecchio intrecciata!
Io: Una matriosca!
Tu: Ma come si facevano chiamare?
Io: Uno era lord Wilmore!
Tu: Un inglese?
Io: Sì, che si finge l’acerrimo rivale del conte di Montecristo!
Tu: E l’altro?

Io: Un marinaio di nome Sindbad!
Tu: Ma da Caderousse conobbe anche il motivo per cui fu arrestato?
Io: Sì, seppe della lettera!
Tu: E perciò ebbe la conferma sull’identità dei cospiratori!
Io: Vediamo se ricordi i nomi!
Tu: Dunque, il primo era un catalano di nome...

Continua l’8 aprile...