Posso dirti una cosa Adam? Si, dimmi. Sei un coglione. Invece di essere in vacanza con noi a Krynika, ti sei ficcato in un bel guaio. Guarda dove trovi... E mi hai pure costretto a raggiungerti fin quassù, in questo paese freddo e desolato. Si può sapere perché sei venuto in Islanda? Nessuno ti ha chiesto di venire a trovarmi.

Ascolta fratello, fino a prova contraria hai ancora una madre a Cracovia e lei non è per niente felice di sapere che uno dei suoi figli è in galera, chiaro? Il giudice dice che ne avrai per almeno 5 anni. Cosa cazzo hai combinato questa volta? Se non ti dispiace vorrei saperlo. Ma prima di tutto voglio capire come mai sei venuto in Islanda...

E’ stato Igor a convincermi a venire, io prima di imbarcami in questa storia manco sapevo dov’era l’Islanda. Lui mi aveva detto vieni qui dai che c’è lavoro e pagano bene e quando gli ho chiesto quanto lui mi ha mandato la foto del mega schermo che si è comprato con il primo stipendio. Allora ho pensato affanculo il vecchio Jacek e il posto a 600 euro al mese nella sua officina del cazzo, io me ne vado da Igor e così senza raccontarlo a nessuno ho cominciato a mettere da parte i soldi e sono partito. Igor viveva a Orlagafjordur, un piccolo villaggio di pescatori nel nord ovest dell’isola. All’inizio ho lavorato anch’io lì, in una fabbrica di pesce, un lavoro infame, tutto il giorno in mezzo ad una puzza terrificante che manco con la doccia riesci a toglierti di dosso. Ho chiesto varie volte al mio capo di cambiare, alla fine mi ha spostato in un capannone dove immagazzinano scatole di mangime per pesci da acquario, un posto ancora più puzzolente ma almeno un po' più caldo. Il villaggio dove stavamo era un buco, quattro case, un piccolo negozietto di generi alimentari e un bar. Al venerdì sera quello diventava il luogo d’incontro di tutta la gente del paese. Le birre in Islanda sono buone ma costano un botto, il problema è che qui non è come da noi, qui non si possono comprare alcolici nei supermercati e quindi se vuoi bere devi per forza andare al bar e rispettare certi orari. E poi fa un freddo fottuto, vento, sempre vento. Avevo spesso mal di testa. Però gli stipendi sono ottimi, infatti già dopo il primo mese ho cominciato a sognare, ho pensato mi faccio qui un annetto e mi compro la macchina nuova, ma già al secondo mese ero scoglionatissimo, le uniche cose buone rimanevano le birre, la luce assurda delle lunghe notti estive e poi.. beh..le ragazze,..si..le ragazze. Perchè le ragazze in Islanda sono diverse, non sono fissate con il matrimonio, sono più libere, te la danno senza tante storie e fanno bene, si divertono, insomma è tutto più leggero...tu impazziresti, altro che la tua Dorota, quello scorfano che ti tiri dietro da anni e non sai più come mollare….

Ehi! Datti una calmata e cerca di non offendere, ok? Io ho un progetto serio nella vita, un lavoro regolare. Presto metterò su casa. E non mi sbronzo tutte le sere. .. Avrai anche un progetto nella vita ma resti uno sfigato... Senti eroe in prigione, dimmi come mai ti hanno rinchiuso qui dentro. Ci sarà un motivo... Te lo chiedo per l’ultima volta.

Ma si, tanto quel che è stato è stato...è successo che una sera io e Igor con altri amici polacchi, ma tu lo sai quanti polacchi vivono e lavorano in Islanda? Dimmi un numero? Dai, indovina… Te lo dico io: 100.000, mica pochi.. eh? Mi stavi raccontando della sera con Igor…

Tranquillo... Eravamo nel nostro solito posto e quella sera erano arrivate delle persone nuove, facce mai viste, c’erano tante ragazze e subito io e Igor ci facciamo avanti, al che loro cominciano a ridere, una birra tira l’altra, un salasso economico ti dico, però ho pensato va bè, vale la pena, dai.. Poi una delle ragazze, il nome non me lo ricordo, perché qui si chiamano tutte dottir...insomma una con i capelli corti a caschetto, molto carina, mi viene vicino e mi mette la lingua in bocca, poi lascia scivolare la mano..tra le mie gambe e dopo avermi lanciato due lunghe occhiate piene di promesse mi dice: my place? Or your place? Che in pratica vuol dire andiamo da te? o da me? un invito spregiudicato, insomma….voleva trascorrere la notte con me, era chiaro. Perché no? penso dentro di me, mentre cerco di afferrarla per il giubbotto e lei è lì che mi ronza intorno ridendo, poi guardo Igor che è semi sdraiato su un divanetto e si sta facendo l’amica..e così penso boh..stanotte va alla grande, chissà che faccia farà quando mi trova a casa con la tipa, che ha cominciato ad arraparmi veramente, strusciandosi addosso come una gatta senza smettere di mandarmi occhiate allusive e promettenti, quando ecco che, all’improvviso, sento una voce, qualcuno mi chiama. Faccio appena in tempo a girarmi e mi arriva un cazzotto dritto sulla faccia. Semi accecato, rialzo la testa e subito me ne arriva un altro..al che penso, ma chi cazzo è sto qua..ora basta, così in pochi secondi mi riprendo, mi giro, il tempo di inquadrare un ragazzotto biondo con la faccia paonazza che sta ridendo insieme ad altri e gli piazzo due testate sul naso in sequenza ravvicinata, lui stramazza in ginocchio davanti a me e poi, beh...ho pensato di fare le cose per bene e ho chiuso con una ginocchiata sul mento. Si è sentito un bel rumore di denti rotti nonostante ci fosse musica ad alto volume… (ridacchia)

Madonna santa che scena! Ma che era quel tipo? Era il tipo di quella coi capelli a caschetto. Ma questo l’ho scoperto dopo…. Figlio del capo della polizia. Anche questo l’ho saputo solo più tardi.... Oh Cristo! Già…. Che sfiga. A parte tutto, mi sembra che tu abbia esagerato... Mah, a me pare che se la sia cercata. Avrebbe potuto per lo meno presentarsi..prima di menar cazzotti.. Ho saputo che ora è in ospedale, in terapia intensiva..Mi dispiace per lui..lo dico veramente... E poi? Ti hanno fatto il processo? Sì, rito abbreviato. C’erano tutti i suoi amici in tribunale, compresa la ragazza. Hanno tutti testimoniato contro di me… Che stronzi...Beh..anche tu… avresti potuto ammazzarlo...quel tipo… e poteva andarti peggio… In fondo mi sono difeso, il giudice però non mi ha creduto…

Anche la funzionaria del consolato che ha seguito il processo mi ha detto che ho sbagliato. Quando si è in un paese straniero è meglio mantenere un profilo basso e non rispondere alle provocazioni, ha aggiunto. Facile dire queste cose a posteriori e senza essere stati lì. Avresti dovuto vederla, lei, sì, quella del consolato, come si chiama...ehm.. ah si, Nina Debska, anche lei di Cracovia. E’ venuta un a trovarmi qui in prigione un paio di volte, sculettava nei corridoi per provocare i secondini! Altro che profilo basso..E come la guardava il vecchio Ottar, non la perdeva di vista. Sudava, poverino! Chi è Ottar? E’ la guardia carceraria più anziana, lavora qui da trent’anni. Deve averne viste di tutti i colori. Ma è un buon cristiano, mi protegge, forse perché sua moglie è polacca. Un volta alla settimana mi manda un pacchetto con del Makoviec* appena sfornato. E quando sento quel profumo mi sento a casa! Makoviec? Ah, allora non ti manca niente, sei a posto. A proposito, com’è la vita qui? Ti trattano bene?

Non mi lamento. Il carcere non è affollato, le celle sono da due, il mio compagno di sventura è un italiano, si chiama Antonio, un pezzo di idiota, non fa che lamentarsi del cibo che in effetti non è gran chè, ma lui è estremo, mangia solo il venerdì quando fanno la pizza, gli altri giorni non si presenta in mensa, per protesta. Comunque anche a lui ha dovuto mangiare il brodo di foca. Tutti quelli che arrivano qui sono sottoposti a dei rituali. Il carcere ha le sue regole. I detenuti anziani hanno le loro leggi e…

Mi sembra già così strano che in un paese così piccolo come l’Islanda ci sia un carcere. In giro non si vedono manco i poliziotti. Qualcuno mi ha detto che qui la criminalità non esiste...o almeno non come la intendiamo noi, a Cracovia. Pensavo che qui ci fossero solo risse tra ubriaconi...e…

Forse un tempo era così, ora che sono qui ti posso assicurare che in questa prigione c’è un po' di tutto, non siamo tanti ma non manca nessuna categoria, ladri d’auto, topi di appartamento, una folta schiera di ubriaconi colti alla guida senza patente, piccoli e grandi trafficanti di sostanze stupefacen- ti. Come il mio amico Antonio, appunto...

L’italiano? Che ha combinato l’italiano? Ha pensato bene di partire dalla Norvegia con un vecchio peschereccio imbottito di cannabis per portarla in Islanda, che gran coglione. E’ la svolta, diceva a tutti, aveva fatto due conti, ce n’era per sistemarsi per il resto della vita, invece ha sbagliato faro e ha infilato un fiordo invece di un altro, giungendo alla fine in un villaggio isolato del nord, dove non succede mai un cazzo: i suoi movimenti sono stati immediatamente notati dai quattro abitanti del posto...e qualcuno ha pensato bene di avvertire la polizia. Ora Antonio si rode i coglioni..gli anno dato 8 anni. Però mi ha detto che quando esce mi invita in Italia, ha delle nuove idee, progetti che vorrebbe propormi. Sinceramente non ho ancora capito bene di cosa si tratta….

Ci mancava solo l’italiano..Ma tu, quando imparerai a tenerti lontano dai guai? E tu quando la smetterai di fare il moralista rompi coglioni? Hai già deciso cosa fare dopo avermi onorato con la tua visita? Te ne torni diretto a Cracovia dalla tua bella..o... (ride).

No, no. Non torno in Polonia, almeno non subito. Dorota è andata a stare per qualche giorno con la sua famiglia sul Baltico, ora abbiamo in comune il freddo..(ride). Pensavo di andare a trovare Igor e farmi un giro dalle sue parti. Che ne pensi? Visto che sono qui, magari riesco pure a fare qualche lavoretto e a tirare su qualche soldo..

Ah! Vedi? Lo spirito dell’Islanda ti possiede già.. lasciami immaginare il tuo messaggio... cara Dorota, ho trovato lavoro in Islanda, lo faccio per te, per noi, per il nostro futuro.. Tutto questo mentre dietro di te una bella islandese si sfila il maglione e ti aspetta a letto.. Ma quale islandese..e islandese...io sono un uomo tutto di un pezzo, non svolazzo da un letto a l’altro..come te.. Staremo a vedere. Verrai ancora a trovarmi? Ma certo! Prenditi cura di te, fratello. Io resto in zona. E torno presto, ok? Non preoccuparti per me, in fondo è una fortuna per me è essere qui. Fossi in un carcere polacco, a quest’ora mi sarei già sparato.. Non ho esperienze a riguardo, ma potresti aver ragione. Ma ora è tempo che io vada. A presto allora. A presto, fratello..a presto.

Ehi Polonia, sveglia! Ci sono visite per te questa mattina! C’è la signora del consolato… Non aspetto visite, lasciami dormire. E piantala con i tuoi scherzi del cazzo... Guarda che non sto scherzando, è già qui da mezz’ora e ha l’aria di una che non ha tempo da perdere, per cui scendi dalla branda e datti una sciacquata alla faccia..

Buon giorno signor Brzeski. Buon giorno signora Debska, a cosa devo questo piacere? Ho brutte notizie per lei...purtroppo. Ah! Mi dica, mi dica lo stesso. Non ho ancora bevuto il caffè questa mattina ma credo di farcela... Einar Arisson è morto. Oh no, cazzo, questa non ci voleva! Ma come è successo? Mi avevano detto che si era quasi ripreso...uff, questa non ci voleva. Mi dispiace. Dispiace anche a me, forse meno al giudice che ora potrà riaprire il caso e processarla per omicidio colposo…Se fosse stato per lui l’avrebbe fatto già da tempo. Non ha mai fatto mistero del suo odio per gli stranieri. Temo che lei trascorrerà parecchio tempo nelle carceri islandesi, signor Brzeski….ho paura che... Quanto? Tutta la vita, signor Brzeski. Per i casi come il suo il codice penale islandese prevede l’ergastolo. Se sarà fortunato, se il giudice sarà pronto a considerare le attenuanti, la pena verrà ridotta a vent’anni... Ergastolo? Non può essere! Signora Debska, mi aiuti, la prego. Non posso pensare di marcire qui dentro tutta la vita, no...non posso.. Cercherò di fare tutto quello che è in mio potere per farle ridurre la pena.. Purtroppo qui non siamo in Polonia. La reputazione dei polacchi qui in Islanda si è molto deteriorata negli ultimi anni. E se vogliamo dirla tutta, grazie a persone come lei, signor Brzeski.. Menzogne! Io sono innocente. E lei sa che è stata una ingiustizia. Mi dispiace sentire che anche lei è contro di me. Quanto disprezzo nelle sue parole... Da lei speravo di ricevere almeno un pochino più di comprensione. Ora so che mi sbagliavo. Io so di aver fatto tutto il possibile. Ma per salvarla, ora, ci vuole un miracolo. Cominci a pregare, signor Brzeski. Non le resta altro. Non mi lasci, signora Debska, la prego...non mi lasci…Lei è la mia unica speranza...lei..è…. Tornerò ancora. Ma cerchi di mantenere la calma. E il giusto contegno. Ma io sono innocente! Innocente! Ci credo. Ma allora perché sono qui? Perchè non mi aiuta? Mi lasci andare, la prego.. Nina, non mi lasci..non mi lasci…

Mamma! Ma cosa ci fai tu quì? Adam, figlio mio! Oh Gesù, come sei magro! Da quanto tempo ti tengono chiuso in questo posto? Come hai fatto ad arrivare fin quassù, mamma? Tu che non hai mai preso un aereo in vita tua… Caro mio, tu non sai di cosa sono capaci le madri..tu… Mi vergogno così tanto di fronte a te...posso solo immaginare la tua delusione...nel vedermi dietro le sbarre di un carcere. Pensare a quante raccomandazioni mi hai fatto nel corso della vita.. In questo momento mi sento sprofondare dalla vergogna... Adam, Adam…. Tu sei così. Sei sempre stato un tipo ribelle...Settimana scorsa ho visto Igor. Mi ha raccontato che...Hai visto Igor? Sì. Prima di allora non sapevo nulla di questa storia, sono caduta dal pero, pensare che ti facevo sistemato. Perché non mi hai detto subito che eri in prigione? Mi vergognavo troppo. E poi gli eventi sono precipitati..Ora poi che è arrivata la sentenza definitiva.. Ho saputo anche di quella. Ma non riesco a crederci...proprio no.. il mio Adam in carcere per tutta la vita...no..Ho già parlato con zio Piotr, lui ha lavorato da giovane alla polizia di Varsavia, mi ha detto che avrebbe provato a sentire il suo superiore di allora. Anche Agnieszka tenterà con un suo cugino che lavora in politica a Cracovia. Troveremo il modo di farti uscire di qui, vedrai. Magari pagando, sai, a volte bisogna solo mettersi d’accordo. Io, per esempio, potrei vendere la nostra casa e.. Oh Mamma, non dire così, ti prego...non dire nulla. Mai in tutta la mia vita avrei pensato di finire in un guaio simile, mai. Manco avrei immaginato di venire in Islanda. Maledetto il momento in cui ho accettato la proposta di Igor...maledetto..anche lui..oh mamma sono disperato..a volte vorrei morire, credimi..scomparire…

Oh no figlio mio, fatti forte..vedrai che troveremo una soluzione. E anche il buon Dio ci aiuterà. Odio l’Islanda! Odio gli islandesi! Adam, forza, non disperare. E non odiare. Odiare non serve a nulla, te lo dice la tua mamma. E ti dico anche che sono stanca e mi sento vecchia. Il dottor Novak mi ha già minacciato due volte, se vado avanti a fumare, dice che prima o poi il mio cuore mi farà un brutto scherzo, ma cosa vuoi, alla mia età mi restano così pochi piaceri. Potrei presto non essere più in grado di venire a trovarti e mi dispiacerebbe. Ma sono sicura che in quel caso troveremo un nuovo modo di comunicare...o forse tu mi scriverai. Puoi telefonare tu? No mamma..non è possibile telefonare. Cerca di riguardarti...Adam caro...siamo tutti nelle mani di Dio. Nel caso non dovessimo più vederci voglio che tu sappia una cosa...voglio che tu capisca quanto ti ho voluto bene Adam, sempre. Anch’io mamma...anch’io… E poi voglio dirti….voglio dirti...che quello che hai sempre considerato tuo padre, sì...Andrej, proprio lui, che Dio lo benedica.. Lui non è il tuo vero padre...Adam..Lui non è... Mamma! Ma cosa dici? Non ci credo…

Caro mio, specialmente ora che il vento del destino ti ha spinto fino a quest’isola è bene che tu sappia la verità: il tuo vero padre si chiama Aki. Aki Omarson. Ed è islandese! Ma cazzo dici mamma? Non scherzare, io lo so che tu hai sempre amato scherzare ma..questa è grossa… Ascolta Adam, non sono venuta fin quassù per prenderti in giro. E mi dispiace tanto sconvolgere il tuo cuore con questa storia, ma è vera. Io stessa l’ho tenuta segreta per tutta la vita. Ho incontrato Aki che ero una ragazza. All’epoca frequentavo già Andrej, il progetto di avere una famiglia però non c’era ancora. Nell’estate del 58 ero sul mar Baltico, a Sopot, poco distante da Danzica. Lì vivevano i nonni, avevano una casa sul mare. Incrociai lo sguardo di padre per caso un giorno giù al porto. Tuo padre era bellissimo, alto, muscoloso, con due occhi azzurri lucenti come il mare. Ci scambiammo uno sguardo, lui mi sorrise. Pochi minuti dopo fu il mio turno, gli sorrisi io e abbozzai un saluto. Inutile che ti spieghi come vanno queste cose, ormai sei grande. Aki partì due giorni dopo, con una nave diretta in America. Non lo rividi mai più. Quando scoprii di essere incinta di te non osai rovinare la gioia di Andrej e non dissi nulla del mio incontro con Aki. Ma non fu facile.

Un anno dopo gli mandai una tua foto, mi rispose orgoglioso e trepidante dopo qualche mese. Per un po' di tempo ricevetti anche dei soldi e lettere piene di parole delicate e curiosità per te. Poi scomparve. Solo anni dopo, quando tu eri già un ragazzo, ebbi per caso sue notizie da un marinaio russo. Mi disse che Aki aveva conservato la tua immagine da neonato e la mostrava a tutti con orgoglio e la teneva tra le cose più preziose. Tentai di recuperare il suo indirizzo e dopo averlo trovato gli mandai una lettera. Dopo un anno arrivò la sua risposta, la scrittura era incerta, la busta conteneva pensieri malinconici e alcune banconote di valuta cilena. Cercai di dimenticarlo. Ma fu impossibile, tu crescendo gli assomigliavi ogni giorno di più.

Ecco, ragazzo mio, questa è la verità, ora la conosci anche tu. Ti prego, non volermene. Nella vita ti abbiamo tutti voluto bene. Tutti. E forse ora che sai di avere radici qui…. Radici un cazzo! E che quell’Aki si strafotta. Se avesse avuto le palle sarebbe rimasto a tuo fianco, avrebbe fatto il suo dovere di padre invece di scorazzare da un porto all’altro...facile la vita così...troppo facile… Adam, ti prego...cerca di comprendere...la vita è complessa. Le cose non seguono mai un ordine lineare...tu dovresti saperlo ora... Quello che so è che scoprire questa verità non mi aiuta, anzi mi fa incazzare...dovunque appare l’Islanda nella mia vita mi sembra che là mi attendano sempre tragedie e dolori veri. Guarda...il tuo figlio mezzo islandese in procinto di marcire in un carcere..Pensare che ero convinto di aver fatto una cosa giusta, per la prima volta nella vita... No..no..l’Islanda non mi ha mai portato qualcosa di buono..ora lo posso urlare al mondo.. Adam..figlio caro..perdonami...ti ho sempre amato, ti prego, non usare quel tono. Tu non puoi sapere quello che la vita ha in serbo per te… Ti saluto mamma, ora mi hai stancato. Tornatene in Polonia, tu che puoi. E lasciami solo. Sì, ora lasciami stare, ho bisogno di stare solo.

Non sapevo che avessi delle ammiratrici qui in Islanda. C’è una ragazza in parlatoio questa mattina, ha detto che vorrebbe incontrarti. Giocatela bene, polacco, è molto carina.. Non aspetto nessuna visita. E tanto meno da parte di ragazze islandesi. La ragazza mi sembra un tipo deciso, le ho già detto che non ami incontrare le persone, ma lei mi ha fatto capire che è importante che vi parliate, che forse il tuo destino non è segnato come sembra e… Ha detto veramente così? Si. E aveva l’aria di una con le idee chiare.. Ok, dammi il tempo di mettermi qualcosa di decente addosso e poi sarò pronto per incontrarla. Ti ha detto come si chiama? Elin. Elin Godmundsdottir. La conosci? No. Non conosco nessuna Elin…

Elin! Che ci fai, tu qui? Il solito polacco bugiardo… (guardia carceraria che osserva la scena dell’incontro tra i due)
Adam! Come stai? Come pensi che possa stare uno appena condannato all’ergastolo? Mi dispiace molto per tutto questo che è successo, credimi, mi dispiace veramente. Forse avresti potuto pensarci prima, non credi? A me dispiace per quel poveraccio che ci ha rimesso le penne, ma lui se l’è cercata, non posso dire altro che questo. Ma tu..tu...non hai detto una parola in mia difesa, anzi se ben ricordo mi hai messo alla gogna insieme a tutti gli altri, mentre avresti potuto..fare la differenza. Avresti potuto scagionarmi con una parola. In fondo tutta questa merda è successa a causa tua…. Ascolta Adam, capisco la tua rabbia, sono qui per aiutarti, ora che Einar è morto sento di poterlo fare… In che senso, scusa? Non riesco a seguirti. Sono venuta per raccontarti delle cose che non ho detto a nessuno, neppure al giudice. Elin, spiegati meglio, non capisco dove vuoi arrivare con queste tue frasi ad effetto. Non sono frasi ad effetto, Adam, voglio che tu sappia che in tribunale io ho mentito. Avrei potuto sostenerti. E dire a tutti che tu hai agito per legittima difesa, che Einar ti ha aggredito senza un vero motivo. Soprattutto raccontare dei modi violenti di Einar nei confronti di molte altre persone del villaggio, delle sue frequenti angherìe, provocazioni, ricatti. Ma non l’ho fatto perché io avevo paura Adam, sono stata per mesi la ragazza di Einar e tu non puoi immaginare cosa ho vissuto..no..non puoi immaginarlo. Ecco, questo volevo dirti prima di tutto, io ero terrorizzata, se solo avessi provato a sostenere una verità diversa, lui mi avrebbe ammazzata. Mi sembra un po' tardi per venire qui a fare a piangere. Tu sei libera, mentre io sono qui in questa cazzo di prigione e mi hanno detto che ci dovrò restare per sempre. Scusa ma non capisco cosa diavolo sei venuta a cercare qui da me, oggi. Oh, si..forse vuoi essere perdonata, pensi che con la tua confessione di poterti lavare la coscienza, ma non è così, piccolina, sei fuori tempo massimo. I giochi sono fatti. Ti terrai il tuo senso di colpa in eterno. Mi dispiace. No, Adam,non è così, la realtà può cambiare. Ed io voglio dimostrartelo. Domani andrò dal giudice a raccontare la verità. Non fare la stupida, Elin, nessuno ti crederebbe. E ti metteresti nei guai inutilmente. Questo non ha m’importa, sono pronta a pagare… Non mi sembra una buona idea, tu, sola, di fronte all’intero villaggio. Ti daranno della pazza.. No..no..lascia perdere e tornatene a casa. Ma io non sono sola! Come non sei sola? Quella sera, quella sera maledetta c’era un’altra persona che ora potrebbe testimoniare insieme a me! Ah si? E di chi si tratta? E poi, perché non si è fatto vivo durante il processo? Avrebbe potuto… Si chiama Gisli, ha la nostra età. Ma è stato più scaltro di me. La notte stessa dell’aggressione è fuggito, ha lasciato il villaggio e si è nascosto dal fratello in un fiordo del est. Come mai tanta fretta? E’ la prima volta che sento parlare di lui… Beh, lui ha una lunga storia triste alle spalle. Triste soprattutto a causa di Einar. Per anni è stato la sua vittima prediletta. Dio solo sa quante ne ha dovute passare. Credo che sia fuggito per evitare di essere coinvolto nel processo. Voglio scoprire al più presto dove si è rifugiato e raggiungerlo e dirgli che Einar è morto. E che l’incubo è finito. Ma ancora di più voglio chiedergli di portare la sua testimonianza di quella sera e ricostruire a tutto tondo la figura di Einar. Tutto questo forse non riuscirà a scagionarti ma io sento che te lo devo, non posso immaginare di vivere la mia vita tranquilla mentre tu sei qui. Non so che dire Elin, a me questa storia sembra tutta una follia, da qualunque parte la osservi hai la sensazione che non se ne esce.. Fidati di me, Adam, ti prego. Io ho frequentato la casa di Einar per anni, il giudice non potrà ignorare che...

Due mesi dopo

                              Penitenziario di Litla Hraun
                              Sez. Femminile  cod.E 38 22
                              Eirarbakki 

Caro Adam, ti scrivo dall’ultimo posto al mondo da dove avrei immaginato di scriverti ma tant’è, ora posso dirlo, sono vicina a te, nella sezione femminile di Litla Hraun. Sono stata condannata per falsa testimonianza, c’era da immaginarlo, tu mi avevi avvertita. Dovrò scontare una pena di 4 anni, poi chissà, l’avvocato che mi ha seguita ha detto che potrebbero diventare meno, dipende da me e dal mio comportamento. Non sono triste, non preoccuparti per me. Piuttosto mi sento paradossalmente più libera ora che sono riuscita nel mio intento, scovare Gisli e far riaprire il tuo caso. Gisli è stato grande, sai? Il giudice è rimasto molto colpito anche dalla sua deposizione che, seppur tardiva, ha tratteggiato un profilo di Einar. Ci saranno conseguenze non solo per noi, mio caro Adam, intendo dire dopo le nuove rivelazioni mie e di Gisli. Io spero che tu possa presto beneficiare di uno sconto di pena. Ma altri dovranno farsi un esame di coscienza, a partire dal padre di Einar, Ari, che a dire il vero mi fa più pena che rabbia. Ma di lui ti racconterò un’altra volta. Non credo che potremo mai incontrarci qui a Litla Hraun, mi sembra di capire che uomini e donne qui non possano entrare in contatto neppure nell’unica ora d’aria della giornata, quindi ti scriverò. Ma tu pensami, ora. Sono accanto a te.

La tua Elin

PS: La mia compagna di cella si chiama Gudrun e ha detto che sei un figo e che lei non ha mai avuto un fidanzato che fa a botte per difenderla…

                              Penitenziario di Litla Hraun
                              Sez. maschile     S30  W22
                              Eyrarbakki

Elin! Non ci posso credere! L’hai fatto veramente! Quanto vorrei abbracciarti Elin, il tuo è stato un gesto folle. Coraggioso e folle. Ti ammiro, anzi ti amo, ti sono profondamente grato e spero che il giudice capisca che sei una brava persona e tu possa uscire al più presto da questo posto. Oh Elin...Elin..che strano destino in nostro. Quanto vorrei abbracciarti. Scrivimi ancora, ti prego, scrivimi presto. Saperti vicina mi fa star bene anche se non è giusto che tu sia lì..non è giusto.

Il tuo Adam

PS: Sto frequentando un corso di acquarello, una volta alla settimana viene una insegnante di Eyrarbakki a farci dipingere e proprio ieri avevo provato a dipingere il tuo volto..

                              Penitenziario di Litla Hraun
                              Sez. Femminile  cod.E 38 22
                              Eirarbakki 

Caro Adam, è bellissimo ricevere una lettera da te, mi hai regalato un momento di gioia in una giornata un po' triste, Gudrun, la mia compagna di cella ieri è stata trasferita perché in mensa si è azzuffata con una donna polacca (comincio a pensare che voi polacchi siete piuttosto permalosi o sbaglio?) e quindi sono sola e in questo stato mi è piombata addosso una malinconia profonda. Ho mille pensieri Adam, ripasso continuamente gli eventi salienti della mia vita e poi penso a te. Sì ti penso Adam, nella situazione assurda in cui ci ritroviamo io penso anche a noi, ma è folle me ne ne rendo conto eppur non smetto di pensarti, ti conosco appena e immagino cose che non mi era mai capitato di immaginare con altri ragazzi...come avere una famiglia...vivere insieme.. Perdonami, sono un po' a pezzi oggi. Ma la tua lettera mi ha fatto bene, su questo non ho dubbi. Grazie Adam. E se puoi perdonami per aver creato tutto questo casino nella tua vita. Te lo chiedo veramente...E scrivimi presto.

La tua Elin

PS: Dalla mia finestra si vede una parte del cortile, a volte vedo dei detenuti e mi sembra di vederti. E si vede anche il mare. E’ così strano non poter uscire da qui e correre al mare.

                              Penitenziario di Litla Hraun
                              Sez. maschile     S30  W22
                              Eyrarbakki

Elin! Non sto più nella pelle! Devo darti una notizia pazzesca! Stamattina è passata di qua la Debska, la funzionaria del consolato e mi ha consegnato un documento ufficiale del giudice nel quale si dice che il mio caso verrà presto ripreso in esame. La Debska, che è anche una avvocatessa, mi ha detto che è un ottimo segnale e che, alla luce degli ultimi eventi, ci sono buone speranze di ottenere una riduzione della pena se non addirittura di venire assolti.. Elin! Questo è tutto merito tuo, lo capisci questo, vero? Un giorno mi racconterai cosa hai detto al giudice per impressionarlo..io intanto sogno, sogno la libertà e sogno te, mia salvatrice.

Il tuo Adam

Ps: Io dalla finestra vedo colline lontane, verdissime e fumi densi di vapore. Antonio, il mio compagno di cella italiano, dice che questa è una zona vulcanica attiva, qui vicino dove ci sono le serre con i pomodori e anche fiumi di acqua calda ottimi per farci il bagno. Mi ha anche detto di farti i complimenti perché sei una ragazza coraggiosa e ci vede bene insieme, il giorno in cui usciremo di qui. Ci vuole già organizzare il matrimonio al suo paese, nel sud dell’Italia, dove si mangia bene, non come qui in Islanda dove servono sempre le solite tre o quattro cose...insipide..

                              Penitenziario di Litla Hraun
                              Sez. maschile     S30  W22
                              Eyrarbakki

Elin! Dove sei finita? Aspettavo una risposta alla mia ultima lettera ma anche oggi non ho ricevuto nulla. Stai bene? Fatti viva! Mi manchi!

Il tuo Adam

                              Penitenziario di Litla Hraun
                              Sez. maschile     S30  W22
                              Eyrarbakki

Elin! Mi fai preoccupare! Perchè non scrivi più? Cosa è successo? Ho forse detto qualcosa che ti ha disturbato? Una delle guardie qui mi ha detto che ha fatto un turno nella sezione femminile e ti ha vista e sorridevi in compagnia di altre donne. La notizia mi ha confortato...anche se non capisco il tuo silenzio. Ma forse qui nel carcere c’è qualcuno che sabota la nostra corrispondenza per invidia e cattiveria. C’è tanta cattiveria umana qui intorno. Attendo tue notizie. Ma tu, scrivi...e dimmi che ci sei.

Adam

                                                                                                                                                                      Ehi Polacco, sveglia!

Hai mai sentito parlare del reparto di massima sicurezza? Sì, certo, ma io cosa centro con… Girano voci che tu e un altro presto raggiungerete i nostri detenuti di prima scelta laggiù… Impossibile. Io sto aspettando una riduzione della pena, altro che massima sicurezza. Ti stai sbagliando. No..no..ho visto il tuo nome, sei nella lista. In fondo l’hai fatto fuori il tipo di Orlagafjordur, come si chiamava? Einar? Ah si, Einar. Tu l’hai ammazzato, quell’Einar. E nell’altra ala del carcere sarai in buona compagnia, c’è pure Sigurd Blanduson, il mostro di Dimmavik. Lui ha fatto le cose in grande, (ride), pare che di cristiani ne abbia ammazzati almeno una trentina. E li ha tutti fatti a pezzi e messi nelle botti sotto sale, come aringhe! (ride) Povero Sigurd, d’altronde quello sapeva fare. Suo padre non è stato in grado di insegnargli altro...era sempre incollato alla bottiglia.. Mi sembra che qui c’è qualcun altro che ha alzato il gomito ieri sera… Taci Polacco e prepara le tue valigie. Anche Gudjon Krubarson vuole conoscerti… E chi sarebbe costui? Un altro cavallo di razza del nostro penitenziario. Un evasore seriale e un vero squalo. Centinaia di famiglie islandesi hanno perso i loro soldi incautamente investiti in certe sue azioni piene di false promesse. Fortunatamente ora è stato messo in condizioni di non nuocere...Chissà se avrà voglia di sprecare il suo fiato con un povero ergastolano polacco… Ti ho detto che…. Ho capito...ho capito. Tranquillo ragazzo, la storia del reparto di massima sicurezza è una mia invenzione volevo farti cagare un po' sotto.. e mi sembra di esserci riuscito a giudicare dalla tua faccia.. Che stronzo! Ehi! Bada a come parli...ok Polonia? Ricordati che se voglio, posso farti saltare la cena..e non solo…

Igor! Che sorpresa! Ciao Adam! Perdonami se mi faccio vivo solo oggi…mi sento un po' una merda... In effetti ti davo per disperso… Mi dispiace. Mi dispiace veramente... Ok..fratello, ma ora, dopo questa toccante introduzione dimmi come te la passi..su.. No..no...voglio prima sapere di te. Come stai? Sto bene. Hanno deciso che mi vogliono tenere qui ancora per un po'..(ridacchia) Sì, ho sentito..ho sentito. Cazzo...hanno avuto la mano pesante..sti islandesi.. Forse c’è la speranza di uno sconto di pena, ma ancora non c’è nulla di certo..Elin.. La stronzetta? Come ti permetti di parlare in questo modo di lei? Beh, è stata o non è stata la causa di tutti i mali? Vacci piano con le parole amico, ti manca qualche passaggio... Ah si? ..Spero cose buone per te.. A Orlagafjordur invece tutto è degenerato. In questi ultimi mesi è iniziata una vera e propria caccia al polacco. Forse l’ ultimo regalo di Ari Askursson.. Chi? Lo sbirro? Sì..sì..proprio lui.. Non mi sorprende…Elis ha avuto modo di svelarmi qualche retroscena… Sono venuti da Reykjavik, alcuni ispettori in borghese, gli hanno fatto le pulci...la tragedia seguita alla vostra rissa al bar di quella maledetta notte ha portato i riflettori in un angolo di mondo dove da decenni esisteva un sottobosco pressochè invisibile, al di fuori di ogni controllo. Quel bastardo di Askursson, dall’alto della sua posizione, ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo…E non mi pare abbia intenzione di smettere…La morte del figlio Einar lo ha oltremodo incattivito.. Incattivito? Mah..forse è disperato. Braccato..e disperato… Braccato? Disperato? Cosa intendi dire? Elin mi ha raccontato molte storie a proposito di quell’uomo. I piccoli villaggi sono pieni di storie E di segreti. Meraviglie e miserie umane in fondo, come dappertutto. A Orlagafjordur forse particolarmente concentrate...che altrove.. A cosa ti riferisci? Ti ricordi di Hilur? Chi? Hilur Joannson? Esatto. Proprio lui.. Nei mesi in cui sei stato a Orlagafjordur avrai notato che.. ..Non era proprio uno stinco di santo? Beh..si, in effetti era un tipaccio...Non ho mai osato spingermi alla fine del fiordo dove aveva la sua casa.. E’ successo varie volte che Hilur accogliesse i suoi visitatori a colpi di fucile...così come avvertimento.. E’ sempre stato lui il vero capo del paese. E Askursson non poteva che ubbidirgli..anche se apparentemente come tutore della legge avrebbe potuto perseguirlo.. Perseguirlo? Credi che Hilur fosse veramente un delinquente a piede libero? Altrochè! Un fuorilegge patentato, cacciatore di frodo di foche e delfini, ladro di cavalli. Ultimamente anche coinvolto in estorsioni ai danni delle agenzie turistiche operanti nella zona di Isafjordur.. Non capisco...come mai Askursson non sia mai riuscito a inchiodarlo? La ragione è semplice: il figlio Einar era diventato complice di Hilur.. Askursson era super ricattato. In più nel villaggio tutti sapevano che Einar non era figlio di Askursson. La madre aveva avuto un amore segreto..Successivamente era morta in un misterioso incidente d’auto...insomma..un intrigo senza fine... Gesù! Questo spiega molte cose! Ma tu come fai a conoscere tutte queste storie? Elin è stata insieme a Einar per lungo tempo.. Che coppia! Il gangster con la stronzetta.. Ti faccio presente che Elin ora è la mia ragazza.. Ma no dai, il carcere ti ha dato di volta il cervello? Anche lei è reclusa qui a Litla Hraun. L’hanno condannata per falsa testimonianza..dopo che ha deciso di rimangiarsi la prima deposizione.. Grande! E quindi tu.. Io..sto aspettando una nuova sentenza. E una pena più mite..Speriamo, dai.. Te lo auguro Adam. Te lo auguro. E tu Igor? Che farai ora? Mah, vedo un po come evolvono le cose a Orlagafjordur. Se peggiorano, cambio aria. Magari vengo da queste parti. Mi hanno detto che il turismo si sta sviluppando qui. Potrei trovare un lavoro da barista. In fondo è quello che facevo a Cracovia...E’ quello che so fare meglio. Beh, tienimi informato. E, per favore, questa volta, non sparire.. Promesso fratello. Credevo di trovare un uomo disperato, invece ho trovato una persona combattiva e con progetti per il futuro.. devo ammettere che mi hai sorpreso.. Salutami gli amici rimasti a Orlagafjordur.. Dimmi, c’è ancora il nostro bar? Sì..sì..è ancora lì. Ma è da parecchio che non ci metto più piede...

Adam Brzesky scontò la sua pena fino all’ultimo giorno. Furono 15 anni durissimi che lo trasformarono radicalmente. Contemporaneamente anche il mondo intorno a lui cambiò, la madre morì pochi mesi dopo il loro incontro, l’amico Igor tornò a Cracovia dove aprì un bar che chiamò “Il fiordo”, gli amici polacchi rimasti in Islanda diradarono le loro visite al carcere fino a scomparire, lasciando Adam sempre più solo. Solo e senza risposte, soprattutto per ciò che riguardava Elin che da quell’ultima lettera non si era fatta più viva e scontata la sua pena, aveva lasciato definitivamente il carcere di Litla Hraum- questo Adam lo aveva saputo per certo grazie alle confidenze di una guardia – facendo perdere le sue tracce.. Al termine dei primi cinque anni di reclusione, una premurosa assistente sociale di nome Blaer prese a cuore il caso di Adam e fece in modo che potesse disporre di regolari permessi di uscita, due volte alla settimana. Una fortuita coincidenza volle che proprio in quel periodo a Eyrarbakki, il paese in cui si trovava il carcere, giungesse un dinamico personaggio, un californiano con la testa riccioluta e nella testa molte idee innovative tra le quali il progetto di un cafè con annesso un laboratorio per la costruzione di barche in legno. Per Adam fu una folgorazione. Nei mesi che seguirono cominciò a frequentare sempre più assiduamente la Odinshus, un vecchio magazzino riadattato, sede del laboratorio, fino a dedicare ogni minuto di libertà all’apprendimento del mestiere di maestro d’ascia. L’amicizia tra i due fu un toccasana per Adam che potè godere e trovare ispirazione dai racconti di un vero lupo di mare. Due anni dopo Adam completò la costruzione di una barca alla quale diede il nome di Aki.

Quando il 9 settembre del 2018 lasciò la prigione di Litla Hraun, erano le 10 ed era sbucato il sole. Dopo giorni di pioggia e vento, il cielo si presentava chiaro e senza nuvole. Il primo desiderio di Adam, una volta uscito dal carcere, fu quello di andare a sbronzarsi con una gruppo di guardie carcerarie, divenute suoi amici. Grazie alla disponibilità di uno di essi, un giovane di nome Kreven, Adam riuscì ad avere un passaggio in auto fino a Orlagafjordur. Da un tempo immemorabile aveva coltivato il desiderio di tornare lassù. Non aveva idea di chi o cosa avrebbe trovato ma sentiva che doveva farlo. Durante il viaggio si sorprese nel commuoversi alla vista dei paesaggi islandesi. Ma quando giunse a Orlagafjordur, quasi non lo riconobbe. Il villaggio a distanza di 15 anni si era esteso lungo tutta la lunghezza del fiordo, L’edificio più grande, un tempo occupato dalla fabbrica del pesce, appariva ora come decapitato e ospitava una moderna guest house. Villette con giardini e grossi suv parcheggiati di fronte, punteggiavano la collina. Un piccolo porticciolo artificiale pieno di barche colorate, cafè e negozi di souvenir rallegravano lo sguardo dei visitatori. Adam percorse a piedi la strada che incorniciava la baia salendo verso le montagne e osservò da lontano il paesaggio trasfigurato, tra incredulità e gioia per la ritrovata libertà. Tutto pareva cambiato. Solo il vento era lo stesso. Ritornato in paese, affrettò il passo fino a raggiungere una piccola casa gialla, una delle poche abitazioni originarie sopravvissute. Là trovò alloggio. Quella notte dormì profondamente e sognò di navigare in mare aperto con la sua Aki. Il giorno successivo fu dedicato agli incontri. Adam scoprì da un vecchio pescatore che la fabbrica del pesce aveva chiuso i battenti pochi anni prima. Le aringhe si sono volatilizzate, aveva detto. E’ colpa del clima, aveva aggiunto con convinzione. Ora aspettiamo lo scioglimento dei ghiacci groenlandesi e l’arrivo degli orsi bianchi a bordo di icebergs alla deriva. La natura si sta vendicando. Al bar del paese, il luogo famigerato dove era avvenuta la rissa, Adam osò chiedere che ne era stato di Ari Askursson, il capo della polizia. Un giovane dagli occhi azzurri, un po' spenti, gli rispose che Askursson era da tempo immobilizzato su una sedia a rotelle, a casa. Ma non era solo. Una badante polacca si prendeva cura di lui. Adam riuscì a stento a trattenere un sorriso, lanciò un’ultima occhiata al locale, salutò e uscì. Nell’attraversare la strada incrociò una donna con due bambini. Uno di questi, il più grande, fece il gesto di inseguire una palla e si liberò della presa della madre. Si udì la voce della donna chiamare..e ripetere due volte il nome Adam. La vide. Si guardarono e si riconobbero. Nonostante gli anni, nonostante gli evidenti cambiamenti nel fisico, i loro occhi comunicarono in una frazione di secondo sentimenti che mai le parole sarebbero state in grado di descrivere. Quella sera, alla locanda, Adam mangiò con gran voracità il suo pane imburrato intinto nella zuppa di pesce e brindò a se stesso, alla gioia di essere ancora vivo. Il terzo giorno fu il giorno della rivelazione. Che giunse, come avviene spesso in questi casi, totalmente inaspettata. Adam si trovava lungo il muraglione di pietre a protezione del porto ad osservare le barche quando fece la sua comparsa un gruppo di ragazzi, sicuramente turisti di passaggio. Adam li udì parlare, erano polacchi. Fu allora che uno di loro si avvicinò e gli chiese qualcosa, una informazione generica sul posto. Adam curiosamente rispose in inglese. Il giovane polacco si fece coraggio e tornò alla carica con altre domande. Poi, all’improvviso, chiese ad Adam di dove fosse. Nell’udire quest’ultima domanda Adam provò un leggero batticuore, con la coda dell’occhio colse lo scintillìo del mare al suo fianco e con naturalezza disse, sono islandese, sono di qui, di Orlagafjorur.