Se vogliamo guardare a quello che nei secoli scorsi hanno fatto i grandi artisti per rappresentare Dio, vi è sicuramente Michelangelo che con la Creazione di Adamo nella Cappella Sistina lo rappresenta come un grande vecchio saggio che tende la mano verso Adamo per toccarlo e far scoccare la “Scintilla Divina”. Il grande Michelangelo, di fatto, sfidò così chiunque sosteneva e sostiene che Dio non ha fisicità, corporeità.

Nessuno, di fatto, potrebbe creare il ritratto di Dio perché è nell’infinito e, secondo alcuni, dargli un volto sarebbe come circoscriverlo a qualcosa o a qualcuno.

Nei primi capitoli della Genesi si riscontra però che Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza.

Credo che sia vero che Dio non può essere circoscritto ma può essere descritto e visto da ognuno di noi perché Dio è amore e l’amore è Dio.

Personalmente penso che per trovare Dio e poterlo vedere è semplicissimo ma bisogna partire dal non lasciarci influenzare da quello che gli altri ci dicono ed indicano, pena, in molti casi, di essere noi a lasciarci ingabbiare su ciò che decidono gli altri per noi.

Di solito non perdo occasione per citare Albert Einstein e di certo non me la faccio sfuggire proprio adesso perché, quando gli si chiedeva se credesse in Dio, egli rispondeva con «Credo nel Dio di Spinoza».

Si riferiva al filosofo Baruch de Spinoza che diceva di sperimentare e conoscere Dio smettendo di leggere presunte scritture che forse non sono proprio state scritte da Dio e per poterlo vedere basterebbe osservare l’alba, un tramonto, gli occhi di chi amiamo, l’essenza di chi ci innamoriamo.

Chi mi legge sa anche che sono sempre più proiettato verso quello che è il Sacro Femminino ma non per fare della donna un idolo da adorare e venerare, ma perché, in essa ci si può trovare Dio.

Basta fermarsi a pensare che è in lei che, insieme al Sacro Maschile, che si dà inizio alla creazione e quando questa avviene, con Dio che è già presente in noi, si attiva la scintilla divina che fa nascere un altro essere umano ad immagine e somiglianza di Dio.

Ecco il ritratto di Dio.

È quello che vediamo attraverso la bellezza.

Quella bellezza che ci fa anche avere la cosiddetta sindrome di Stendhal come quando ci troviamo davanti a un’opera d’arte. Solo che l’opera d’arte, in questo caso, è vivente. E non è la sindrome di Stendhal, non è un disturbo psicosomatico ma qualcosa che non può esser descritto. È dove vedi Dio.

È quando ti trovi davanti a chi vedi con gli occhi dell’amore e di un’indicibile bellezza che puoi prendere quel pennello, quello scalpello divino e fare il ritratto di Dio perché quello in quel momento è la bellezza di Dio che si manifesta davanti a te. Senti il cuore accelerare, le farfalle svolazzare, le mani sudare, il buco allo stomaco. Ecco, in quel momento stai creando il ritratto di Dio che si manifesta davanti a te e vieni sopraffatto dalla bellezza dell’amore.

È nel momento in cui resti estasiato, incantato che è come uscire fuori dal corpo per andare nell’oltre dove tutto diventa poesia perché la bellezza di Dio che stai respirando guardando chi ami è il ritratto di Dio.

Se vuoi prendi pure la matita e prova a ritrarre su un foglio bianco. Ogni colpo di matita è un’emozione ed è la combinazione tra tutte le emozioni che diventano il ponte di collegamento tra l’anima e il corpo. Ogni linea che la matita traccia è il sentire che sei dentro la passione senza limitazioni.

Non sei proiettato verso qualcosa che possa servire per un bisogno materiale ma la proiezione è quella dello spirito per raggiungere l’essenza della materia vivificata dove vedi l’amore, Dio.

Dove il piacere è la fusione di sentimenti, bisogno di restare lì in quell’estasi che puoi chiamare Dio per quello che vedi in quegli occhi, in quel respiro, in quel corpo che ti fa perdere l’equilibrio per entrare nel vortice delle vertigini e farti sentire che tutto quello che stai vivendo in quel momento con il tuo corpo fisico è lì perché te lo ha donato Dio.

Se il corpo, il sentire, il vedere, il vivere te lo ha dato Dio come puoi pensare che Dio potrebbe punirti per ciò che Lui stesso ti ha dato?

Allora prendi la matita, un pennello, uno scalpello e inizia a ritrarre Dio per ciò che vedi davanti a te, dentro di te, chiara-mente con gli occhi dell’amore… anzi, di più! Ssshhh.