Hayao Miyazaki, figura intramontabile dell'arte cinematografica, si erge al di sopra dell’etichetta convenzionale di regista. La sua opera non è solo una sequenza di pellicole, è una tessitura magistrale di mondi.

Nato a Tokyo nel 1941, appassionato di aviazione, contribuisce in modo rivoluzionario al mondo dell'animazione. Fondatore dello Studio Ghibli nel 1985 insieme a Isao Takahata, si conferma nel tempo maestro della narrazione e dell’incontro tra passione, filosofia e magia animata.

La genialità di Miyazaki si eleva nel dialogo avvincente tra le fonti letterarie storiche e la modernità avveniristica della fantascienza, creando un arco narrativo che non solo abbraccia secoli di saggezza e immaginazione, ma che intreccia anche fili mitologici giapponesi intrisi di simbolismo, dai Kodama (gli spiriti degli alberi, connessione sacra tra l'umanità e la natura) ai Tanuki (i procioni che rappresentano la dualità della natura, potendo essere sia benevoli e giocosi che astuti e misteriosi), dalle narrazioni sui kamikakushi (storie in cui gli spiriti rapiscono i viventi per trasportarli nel loro mondo) agli iter interiori del giovane eroe.

L'esperienza cinematografica si trasforma in un viaggio sensoriale che svela immediatamente una profonda connessione con la natura. Miyazaki si distingue dalla retorica ecologica piantando radici nel cuore selvaggio della natura, e si allontana dal moralismo didascalico optando per una visione che potesse accogliere la sinistra dualità tra bene e male. Nei suoi tempi spesso rallentati, la trama si snoda come un fiume che abbraccia il terreno irregolare della vita.

Nelle opere di Miyazaki emergono chiaramente gli elementi dello shintoismo, la spiritualità che onora la sacralità della natura e il rispetto per ogni forma di vita. I suoi personaggi sono immersi in un mondo animato da spiriti, foreste e creature magiche, sottolineando la connessione profonda tra l'umanità e l'ambiente. Le sue creazioni cinematografiche si elevano al di sopra del semplice intrattenimento divenendo rituali contemporanei, esperienze in cui lo spettatore si trova coinvolto in una cerimonia di riflessione sulla propria relazione con il mondo naturale.

Gli sfondi dei suoi film non sono semplici scenografie, ma veri e propri santuari visivi. La bellezza di questi paesaggi animati diventa il palcoscenico di una contemplazione che trascende il tempo. Ci si perde nelle intricate sfumature delle foreste, nei colori vibranti dei cieli. La dimensione temporale è un elemento fluido, che invita a immergersi in una sorta di trance narrativa. Ogni fotogramma diventa un istante sospeso, un portale onirico attraverso il quale il tempo si piega alle suggestioni dell’arte.

I film di Miyazaki irradiano incanto, insegnamenti profondi e moniti severi. Tuttavia, il suo lavoro più recente, Il ragazzo e l'airone, si distingue per essere un'opera di cuore puro. Malinconica e naïve, incarna il profondo struggimento di un poeta invecchiato che volge lo sguardo al passato, scegliendo di condividere la sua memoria, le radici del suo sogno e il nucleo dei suoi dolori sfregati col sale della realtà, come sempre rappresentata da elementi rumorosi, grotteschi e disarmonici, la parte integrante della concretezza che ci circonda.

Hayao Miyazaki è più di un regista, è un custode della bellezza, un narratore delle profondità dell'animo umano e un filosofo che ci guida alla contemplazione della natura come una via per comprendere l’esistenza. Ogni scena è una poesia visiva, ogni dialogo un canto di saggezza. La sua filmografia è un viaggio iniziatico, un'esperienza che trasforma lo spettatore in un partecipante attivo, coinvolto in una cerimonia di riconnessione con la propria umanità. In ogni fotogramma dei suoi film si avverte il palpito di un cuore appassionato, che batte all'unisono con la maestosità dell’universo.

Il lascito artistico e culturale di Hayao Miyazaki supera i confini dell'animazione, celebrando la potenza trasformativa delle storie ben raccontate e l'impatto di un artista che ha infuso il suo lavoro di dedizione appassionata e della forza di una contemplazione gentile e silenziosa.