Gli allenamenti vengono svolti con il preciso scopo di generare un adattamento organico, inducendo il corpo a migliorarsi e abituarsi a delle condizioni di carico sempre maggiore.

Questo processo richiede alcuni importanti condizioni preliminari di tipo biologico e ormonale: normocaloricità, dotazione di leptina e disponibilità di cortisolo.

La leptina è un ormone proteico che ha un ruolo importante nella regolazione dell'ingestione e della spesa calorica, compreso l'appetito e il metabolismo. La leptina è uno dei principali ormoni prodotti dal tessuto adiposo. Agisce nella regolazione del bilancio delle riserve energetiche: mentre la grelina è l'ormone che stimola il senso di appetito, la leptina regola il senso di sazietà.

Gli adattamenti biologici funzionali richiedono, oltre agli stimoli dell’allenamento, un benestare del sistema nervoso, in particolare da alcune zone dell’ipotalamo, come documentato da un lavoro di Roemmich su GH e Leptina pubblicato nel 1999 in The Endocrinologist.

In pratica, se il segnale di normocaloricità proveniente dalle cellule adipose non giunge all’ipotalamo quest’ultimo negherà ai vari tessuti dell’organismo il permesso di espandersi nella direzione del maggior consumo calorico.

Questo vuol dire che se non si rispetta la normocaloricità non verrà consentito all’ipofisi di secernere nuovo GH.

L’allenamento è lo strumento che ci permette di trasformare quell’energia in adattamento muscolare e funzionale, ma senza quell’energia nessun adattamento è possibile.

Molti ormoni giocano un ruolo preminente nella regolazione della composizione corporea, dell’introito calorico e della spesa energetica. La leptina sintetizzata principalmente negli adipociti funziona come un indicatore sia a lungo che a corto termine della disponibilità dell’energia.

Restrizioni caloriche a breve termine e basse percentuali di grasso corporeo sono collegabili a una diminuzione di leptina circolante. Alte concentrazioni di leptina sono correlate al maggior senso di sazietà e maggior spesa energetica.

L’insulina, che gioca un ruolo fondamentale nell’inibizione del catabolismo proteico e regola il metabolismo dei macronutrienti, è considerata come un segnale di accumulo di lipidi. Similarmente alla leptina, alti livelli di insulina nel sangue trasmettono un segnale di disponibilità di energia e sono associati a un effetto anoressizzante.

L’ormone opposto alla leptina è la grelina che ha la funzione di stimolare l’appetito, ed è stato dimostrato che aumenta con il digiuno e dopo l’allattamento.

Il testosterone, conosciuto soprattutto nel suo ruolo di rafforzare la sintesi proteica e aumentare la massa muscolare, può svolgere un ruolo nella regolazione della massa grassa, andando a reprimere la lipogenesi.

Il cortisolo, un glucocorticoide che influenza il metabolismo dei macronutrienti, induce catabolismo proteico, e inibisce l’effetto della leptina.

I risultati di una serie di studi indicano che una dieta che non rispetti la normocaloricità per lo sportivo induce una risposta endocrina che promuove un aumento della fame riducendo la velocità del metabolismo e minacciando il mantenimento della massa magra.

Ricapitolando… tramite un regime dietetico ipocalorico si manifesta un maggior senso di fame, un rallentamento del metabolismo, minor disponibilità di leptina, insulina, testosterone e ormoni tiroidei.

Quindi, se siamo degli sportivi, non conviene praticare diete drastiche per ottenere dimagrimenti più rapidi. Molto più producente sarà seguire una dieta bilanciata che porterà inevitabilmente a un dimagrimento, forse leggermente più lento ma decisamente più sano.