Chissà cosa intendeva Nicolàs Gòmez Dàvila riferendosi alla società del futuro. Probabilmente, sapeva benissimo che l’essere umano per sua natura vive in prigioni che lui stesso costruisce. Sapeva benissimo che si può essere schiavi di convinzioni e paradigmi, che precludono ogni tipo di orizzonte. Mi fanno sorridere le mille teorie che impazzano soprattutto sui social, io stessa ricevo di continuo messaggi, testi e anche video che spiegano il complotto o i diversi scenari futuri, secondo questa o quell’organizzazione. Come se fossimo nati ieri e come se non avessimo studiato la storia e mille altre discipline. Una celebre massima recita che la storia è maestra di vita, ma io credo che sia molto di più, essa è ricca di esempi, di avvenimenti da cui possiamo trarre un insegnamento continuo.

Se l’abbiamo davvero compresa, abbiamo anche fatto esperienza delle sue fasi, riconoscendo i suoi cicli perpetui, tanto che alla fine abbiamo perfino inventato proverbi e modi di dire. Siamo in possesso di un bagaglio di conoscenze che ci contraddistingue da qualsiasi altro essere vivente della terra. Eppure, qualcosa ci sfugge. Leggiamo, viviamo, afferrando un po’ qua, un po’ là tutto quello che non comprendiamo fino in fondo. Non voglio entrare nel merito dei complotti e nemmeno all’interno delle ragioni che sono alla base dei negazionisti del Covid o di qualsiasi altra corrente sia oggi in voga. Non ho voglia di scandagliare tutti i più piccoli passaggi delle loro teorie, di sicuro seguono un ragionamento, come fa qualsiasi altra persona. Una cosa è certa: Quello che serve al mondo di oggi non è ciò che sta accadendo. Posso o non posso credere alle teorie e ai complotti, ma non accetto l’insulto e la violenza, o la pretesa che altri si uniformino per forza verso un pensiero comune, condiviso da un gruppo più o meno grande di persone.

Le divisioni non hanno mai portato da nessuna parte, è possibile essere diversi e rispettarsi allo stesso tempo. Chi indirizza la propria attenzione e le proprie energie verso complotti e informazioni di dubbia provenienza dovrebbe fare tesoro di quanto già appreso finora. Le sfaccettature sono infinite quando mettiamo sotto la lente d’ingrandimento una questione, ed è proprio la sua complessità che c’insegna a ragionare e a tirare fuori il meglio da noi stessi. Conosciamo fin troppo bene la natura degli esseri umani, e come agiscono, come pensano in talune circostanze, sappiamo bene a cosa mirano le industrie farmaceutiche e le multinazionali, abbiamo, purtroppo imparato sulla nostra pelle come agiscono i governi e quali sono le logiche e le dinamiche che si muovono intorno a denaro e potere. Alcune tristi realtà, però, non devono impedirci di vedere il buono che c’è in ogni cosa. Per quel che riguarda i vaccini, ad esempio, molti atteggiamenti del governo sono discutibili, come le politiche delle industrie farmaceutiche; purtroppo, parliamo di numeri a sei, sette, otto zeri. Non possiamo, però, guardare solo ai numeri, e non comprendere lo sforzo enorme di tutto il mondo scientifico.

In questo fine anno, molti si sono affrettati a dire quanto il 2020 sia stato difficile, elencando tutte le tragedie, le privazioni, le restrizioni, le perdite. In pochi, invece, hanno affermato che nonostante tutto, nell’anno appena trascorso ci sia stato anche del buono. Si potrebbe fare perfino un elenco delle cose belle successe nel 2020, potrei citare la grande mobilitazione dei contadini dell’India contro le nuove leggi che tentano di deregolamentare il mercato agricolo, l’ok del governo thailandese alle unioni omosessuali, Israele che finalmente proibisce la vendita di pellicce animali. Infine, il lockdown ci ha fatto vedere e sognare un mondo più pulito, la solidarietà si è centuplicata, abbiamo letto più libri, i ricercatori hanno unito le loro forze e condiviso le conoscenze verso un obiettivo comune, come mai si era visto prima. Certo le cose positive non possono cancellare quelle negative o viceversa. Fra l’altro, nel Recovery Fund pare che ci sia ancora poca considerazione per la ricerca (cos’altro ancora dobbiamo imparare?). Molti pensano che, alla luce di quanto successo, bisognerebbe investire sulla ricerca, assumendo scienziati e invogliando addirittura gli stranieri a venire in Italia, con posizioni e stipendi più ambìti, ma ciò non accade, almeno per ora. Il meglio va ricercato e portato alla luce, primo o poi arriverà il male a offuscarlo e a rimescolare le carte, ma il giusto atteggiamento è quello di non mollare mai.

D’altra parte, un nuovo anno, oltre a tutti i propositi, le promesse, gli auguri non è altro che un insieme di giorni, in cui i semi dell’anno passato germoglieranno e troveranno nuova vita.

Buon 2021.