Diario di bordo. Anno zero. Giorno dodici.

I was walkin’ that’s my true – don’t you want believe me baby?
Oh oh.

Ci incontreremo ancora. E chi se lo scorda più.

Avete bisogno di voi? Me medesimo, medesimamente anche no. Siete mai entrati in un buco nero fino in fondo? Io sì. C’era una volta una barella. Ma non si inizia una storia così obbietterete voi. Ed invece sì.

I love my love. I hate my hate.

Sul determinismo e l’incapacità di scegliere, qualcuno se ne sarà pure accorto. Da Spinoza a Voltaire, passando per Leibniz e Campanile, si atterra sempre lì, sull’asino di Buriano.

Connaissez-vous cette histoire frivole/Conoscete quella frivola storiella
D'un certain âne illustre dans l'école?/Di un certo asino di cui si discute a scuola?
Dans l'écurie on vint lui présenter/Nella stalla gli vennero portate
Pour son diner deux mesures égales,/per la sua cena due quantità di fieno uguali,
De même force, à pareils intervalles;/Della stessa qualità, per molte volte;
Des deux côtés l'âne se vit tenter/Dai due mucchi l'asino si vide tentato
Également, et, dressant ses oreilles,/Ugualmente, e, drizzando le orecchie,
Juste au milieu des deux formes pareilles,/Proprio in mezzo ai due mucchi uguali,
De l'équilibre accomplissant les lois,/concretizzando le leggi dell'equilibrio,
Mourut de faim, de peur de faire un choix./morì di fame, per timore di fare una scelta.

Se si guarda con attenzione a questo terzo o quarto mondo, si vedrà che, con l’immorale pretesto dei diversi e dell’immagine a cui essi rimandano essi sembrano oggetti fabbricati da falsari il più delle volte, raramente anche questi non proprio genuini - è stata dedicata alla morale una diversa immagine di diversità più di un tempo e più di uno scritto, insomma la ricerca della morale attraverso l’immagine della diversità, che però dovrebbe cambiare quello che c’è. Non ci avete capito niente? Neanche io.

Eppure sembrava fosse domenica.

I diversi intesi come tipi (omosessuali, negri, fascisti, comunisti, ebrei, travestiti, donne…) passano o per liquidazione fisica o per naturale estinzione o, talvolta, semplicemente per tramonto della moda (cioè del momento). Se proprio non passano, e restano per un tempo sufficiente per non essere più tali, vengono così assorbiti dai non – diversi. Volutamente ho lasciato il Clero a parte. La mirabile organizzazione di ‘travestiti’ va meditata e descritta con grande solennità, considerato che vestono lunghe sottane, c’è da riflettere sulla soddisfazione quasi iconografica della negazione del soddisfacimento dell’istinto di questa categoria di non-diversi. Ma, come dicevo, ne parleremo.

Ciò su cui mi voglio soffermare è su ciò che resta, ‘sempre su cosa rimane’ bisogna riflettere, insegnava la badessa che si accendeva sigarette parlando con le alunne di una scuola in Austria che preparava le ragazze ad entrare nel modo giusto nel mondo giusto, e parlava di come si legge una notizia in un quotidiano.

Bella musica. Ciò che immarcescibilmente resta è il sostenere le diversità come strumento dell’arte di governare. O, come si chiama adesso: diversità integrate. L’Arte di governare non si manifesta, come molti pensano, solo in ambito politico, ma anche nel mondo della Cultura, tacendo, però, il più delle volte, che l’arte è governativa ancor più della politica, poiché viene utilizzata come diluente, in concentrazioni diverse, una sorta di flusso che ingloba e/o respinge elementi nei svariati ambiti: scuola, religione, diritto, tradizioni, costume, senso civico e morale, senza dimenticare i diversi che invece non lo sono, ma anche coloro fanno parte del Flusso.

La prima Lectio Magistralis dell’arte di governare? Odiare.

Dedicato ai diversi che sono meglio di niente? C’era una volta un governante. Proprio nella giornata di ieri ho udito un ex sindaco di una cittadina qui vicino, a proposito degli alluvionati di qualche anno fa: ‘quei pezzenti’. Or bene, la prima cosa che si deve apprendere nell’arte di governare è di godere, e non di amare. Godere attraverso i sensi, cioè il raggiungimento dell’estasi senza condivisione, un appagamento non sessuale, stare attenti su questo dettaglio, ma sensuale, e c’è infatti una bella differenza: esclude gli altri, fino all’odio, appunto.

Beh, mi direte, allora chi siamo, cosa facciamo, dove andiamo, qui si mette tutto in discussione, a chi dare ragione? Ci sono milioni di cose…e poi, chi sono i proprietari della società umane a cui rivolgersi?

Io proverei a dedicare il mondo alle eccezioni e alle emozioni, anche a qualche balzo d’umore, il resto viene da sé.

Per me, per te, per tutti.

Non fate come l’asino, insomma. Ma neanche la barella, per favore.

Tigris ut auditis diversa valle duorum
exstimulata fame mugitibus armentorum
nescit, utro potius ruat, et ruere ardet utroque.

Come una tigre, eccitata dalla fame,
sentendo in due valli distinte muggire due armenti,
non sa su quale dei due avventarsi e vorrebbe avventarsi su entrambi.

(Ovidio)

E se ne è occupato pure mastro Dante, oltre che sor Ovidio.