Il Mercato di San Miguel, viene costruito nel 1916 per iniziativa di due privati: Honorio Riesgo y Alejandro Villegas, che affidarono il progetto all’architetto spagnolo Alfonso Dubé y Diez, all’epoca incantato osservatore delle opere architettoniche parigine nelle quali si faceva ampio uso del ferro. Proprio per questo motivo, il mercato è un raro esempio di struttura in ferro presente nella capitale iberica, in controtendenza con l’architettura madrileña, ma integrato perfettamente nel contesto urbanistico che lo circonda.

Unico nel suo genere conserva ancora la sua originaria struttura, nonostante i molti ritocchi subiti nel corso degli anni, ultima quella effettuata dallo stesso Comune di Madrid, nel 1998. A questo proposito può essere interessante dire proprio due parole in più sulle evoluzioni fatte dalle prime forme di commercio, all’aria aperta, nelle diverse zone della città, al passaggio nel 1870 della costruzione dei primi mercati coperti, grazie alla presa di coscienza delle autorità che iniziarono a regolamentare le forme di vendita, iniziando a vedere sotto una luce diversa gli aspetti qualitativi, soprattutto degli alimenti.

Da allora, ai tempi nostri, si sono alternati momenti più o meno belli per il mercato di San Miguel, fino all’ennesima vicissitudine, che lo vede vittima di una profonda crisi, nel 1999, anno in cui dopo una serie di riforme, il piccolo commercio in Spagna ne uscì oltremodo penalizzato. Poi la svolta, nel 2011, quando dopo l’ultimo restyling, il mercato, riapre le porte in una veste inedita, presentandosi al pubblico con un cambio d’identità epocale che lo vede passare dal classico mercato popolare a un mercato d’élite, dove tutto è stato fatto e modificato per far sì che al posto della classica bottega, un po’ trasandata, polverosa e rimediata, potesse nascere un moderno negozio, realizzato con tutte quelle attenzioni che fanno la differenza.

Nonostante l’evidente salto di qualità, non sono state poche le voci che hanno criticato questa trasformazione, rivendicando la perdita della vera essenza del mercato popolare, la perdita, oltretutto, di diverse postazioni di vendita a favore dell’accoglienza, soprattutto turistica, con ampi spazi ricavati tra un’attività e l’altra, per favorire tutta una serie di servizi prima inesistenti. I sostenitori del progetto, invece, portavano a giustificazione la crescita del livello qualitativo dei prodotti e dell’accoglienza rivolta alla clientela, il tutto racchiuso in un’opera di indiscusso valore artistico, storico e sociale, accessibile a chiunque, proprio nel cuore di Madrid. Il mercato, infatti, si raggiunge facilmente da Plaza Mayor, nella parte ovest della piazza.

Entri curioso per vedere che cosa si vende nel mercato più famoso della capitale e ti accorgi subito che non sei capitato in un classico mercato, già perché al San Miguel, quello che puoi comprare lo puoi anche mangiare, sul posto, in un'atmosfera a dir poco accattivante e cordiale. Da una parte noti un grosso fermento di persone che fanno gli acquisti classici, affollando gli spazi dedicati alla vendita diretta, dall’altra c’è chi, volendosi ritagliare uno spazio di tranquillità gastronomica, che può essere lo spuntino di metà mattina oppure un pranzo veloce o una merenda, rende vivo l’ambiente e dà ancora più colore a questo singolare mercato.

Sono molti gli spazi adibiti alla consumazione, spesso naturale proseguimento del banco di vendita, dove da un certo punto in poi i prodotti passano dalle ceste che li contengono, direttamente in pentole e padelle e poi nei piatti, cotti e conditi. Si possono assaggiare le tante tipologie di salumi spagnoli con in testa il Jamon Iberico de Bellota, per poi passare nella zona dedicata al pesce dove ti travolge il piacere di vedere cuocere su una piastra un gambero, un calamaro, oppure un filetto di pesce, oppure puoi sempre scegliere una frittura d’autore con quello che tu vuoi: pulito, tagliato a misura e fritto all’istante. Non parliamo poi di tapas e pinchos, gioielli gastronomici realizzati in mille modi con carne, pesce e verdure. Assaggi che si possono accompagnare con un buon bicchiere di vino, proveniente da etichette di pregio o anche sfuso. Per gli amanti della birra non manca una fornitissima cerveceria.

E poi, l’angolo dedicato ai formaggi spagnoli, tra i quali fanno capolino anche diverse delizie francesi. Colpisce in particolar modo la freschezza e la qualità di questi prodotti, che crudi, marinati o cotti incantano gli occhi e poi il palato di chi si avventura nel Mercato di San Miguel e il consiglio è quello di lasciarsi tranquillamente guidare dagli spagnoli, grandi estimatori, a mio dire, del piacere del cibo, con il quale hanno un rapporto profondo e dei rituali gastronomici ai quali non riescono proprio a rinunciare.