In questi tempi bui, se qualcosa abbiamo compreso è che c’è tanto bisogno di capire. Abbiamo imparato bene a conoscere il mondo dell’informazione, che nella maggior parte dei casi ci aggredisce con messaggi subdoli, fake news e titoli strabilianti solo per attirare qualche click. Purtroppo, molti non riescono a distinguere il canto ammaliatore delle sirene. Ulisse si fa legare all’albero della nave, mentre decide di turare le orecchie dei suoi compagni. La voglia di conoscenza, però, è più forte, e lui sa bene che deve difendersi dai suoi desideri e da se stesso, ma allo stesso tempo vuole sapere. Quanto cammino ci serve per raggiungere una tale saggezza? Per avere uno sguardo più ampio, che riesca a vedere oltre, dall’alto?

Come nell’Odissea, oggi, ognuno di noi deve superare l’isola delle sirene, basandosi sulla propria saggezza, e legandosi all’albero della nave, se necessario. In caso contrario, si resta in balia delle onde. Le sirene promettono, fanno propaganda, parlano agli istinti più profondi, tentano le nostre vanità. A febbraio scorso abbiamo celebrato un anno di guerra in Ucraina, e a distanza di questo enorme tempo, abbiamo ancora bisogno di capire i motivi profondi, i metodi, cosa c’è alla base di quella barbara aggressione. Le ragioni di questo conflitto sono complesse, e, forse, non riusciremo mai ad analizzarle fino in fondo. Nonostante ciò, abbiamo bisogno di capire, e possiamo farlo solo evitando di considerare quella stampa che fa del sensazionalismo un trono da cui controllare le nostre menti. I libri, per fortuna, insieme a quell’informazione sana ancora in vita, raccontano la verità, perché ci offrono punti di vista e occasioni di riflessione. Noam Chomsky, ad esempio, è uno dei maggiori filosofi americani esistenti; è suo Perché l’Ucraina, un saggio che ripercorre con lucidità le cause profonde del conflitto. Chomsky descrive i rapporti fra la NATO, la Cina e la Russia, e lo fa sulla base di fonti documentate.

La Russia di Putin invece, scava ancora di più nel profondo. L’autrice è Anna Politkovskaja. Dopo aver terminato questo libro, Politkovskaja, viene trovata morta nell’ascensore di casa sua. Nel manoscritto, come in altri suoi testi, e nei numerosi articoli scritti per Novaya Gazeta1, la giornalista ha cercato di far luce su ciò che accade in Russia sotto la dittatura di Putin.

Il testo è stato scritto nel 2004, e già allora emerge lo stesso copione riproposto in Ucraina. Questo libro descrive, infatti, anche il lavaggio del cervello, tuttora in corso, che il dittatore Putin fa sistematicamente (da oltre vent’anni) nei confronti della popolazione russa. Corruzione, sopraffazione, omicidi, qualsiasi cosa per il potere assoluto di uno e per l’intero potere economico nelle mani di pochi. Oggi, questo libro sembra attuale, ma è stato scritto vent’anni fa, e ciò deve farci riflettere. L’America e l’Europa hanno sempre tollerato, nascosto, hanno girato lo sguardo, in nome di una convenienza tutta basata sui rapporti commerciali. Sembra spudoratamente attuale questo libro, e lo è, perché parla della Cecenia, dove imperversa una guerra da decenni, e dove vige indisturbata la solita propaganda che serve solo ad inculcare nell’opinione pubblica il fatto che i ceceni sono cattivi e terroristi. E i russi (come al solito) sono i liberatori. Agghiacciante la similitudine con l’Ucraina nazista (secondo Putin). Anche in Cecenia, infatti, l’operazione speciale serve a liberare il Donbass dai nazisti. (La violenza ha bisogno di moventi). Esistono fatti non conosciuti, un potere al servizio del potere assoluto, uno Stato malavitoso e violento, che uccide, zittisce, interna, manipola il pensiero. Com’è possibile che tutte queste cose restano ancora oggi sconosciute a molti?

Oggi, l’informazione è sotto attacco, in ogni parte del mondo, compresa l’Italia. I meccanismi non cambiano, e le tv sono sempre di più Tv di Stato. Lo abbiamo visto anche negli ultimi tempi, con i cambiamenti avvenuti nel nostro servizio pubblico a pagamento (a canone mensile).

Una bambina di oggi, potrebbe chiederci: “Cosa possiamo fare noi?”

Non è affatto una domanda ingenua. In modo diretto e immediato, possiamo fare ben poco. Agire sulle coscienze, invece è qualcosa che si può fare. Si può far leva, infatti, sull’opinione pubblica, con l’informazione e con la verità. Quest’ultima è una medicina, ma ha bisogno di tempo e peccato che venga poco utilizzata.
Chi ama la verità, è bene che la racconti. Dalle colonne di un giornale, nelle scuole, nelle piazze, seduto al tavolino di un bar. Non bisogna scoraggiarsi. Con un esame di coscienza vero, riconoscendo le nostre debolezze è possibile educare e farsi promotori di conoscenza. Conosci te stesso, ripeteva Socrate. Il protagonista dell’Odissea riconobbe i suoi limiti e vi pose rimedio, conosceva se stesso e fu così che riuscì a mettersi in salvo. Noi invece? Riusciremo a salvarci?

Note

1 Novaya Gazeta, giornale indipendente russo, è stato costretto a chiudere nel 2022, a causa delle pressioni della dittatura.